Epidemia di E.coli: cetrioli scagionati
Alla fine, non era colpa dei cetrioli. L’epidemia di Escherichia coli che ha colpito la Germania in questi giorni, precedentemente attribuita a una partita di cetrioli provenienti dalla Spagna, secondo i medici di Amburgo (epicentro dell’epidemia) si sta stabilizzando, ma sulle sue origini è tornato il mistero. Il ministro della sanità della città-stato di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks, ha infatti annunciato oggi che "gli agenti patogeni individuati su due dei tre cetrioli spagnoli contaminati, analizzati dai nostri laboratori, non corrispondono a quelli individuati nelle feci di alcuni contagiati dal batterio". L’origine dell’epidemia, allora, "non è stata ancora identificata", ha aggiunto Pruefer-Storcks.
A seguito della notizia sono scoppiate le proteste in Spagna, sia da parte del governo che degli agricoltori. Il ministro spagnolo dell’agricoltura Rosa Aguilar ha attaccato così: "La Germania si è comportata in maniera irresponsabile, provocando una perdita di 200 milioni a settimana per il nostro settore agricolo". A ribadire il concetto, il presidente della federazione dell’industria dell’export spagnola, Jorge Brotons: "L’Europa, che assorbe il 90% delle nostre esportazioni, ha smesso di comprare frutta e verdura da noi, costringendoci a buttare tonnellate di prodotti". Per la Spagna, paese già in grande difficoltà a causa della crisi economica, un evento del genere era assolutamente da evitare.
Ma se sulle cause dell’epidemia domina ancora l’incertezza, è vero che il caso è più grave del previsto. Il ministro tedesco dell’agricoltura e dell’alimentazione Ilse Aigner, infatti, per la prima volta dal 24 maggio (data di inizio dell’epidemia) ha ammesso che "il nostro paese si trova in una grave situazione, che ha già raggiunto dimensioni europee". L’invito, per ora, è quello di non consumare verdure crude, che hanno già causato quindici decessi e migliaia di ricoveri.