Vendite di terreni, l’Italia e’ in stallo

Il prezzo della terra, in Italia, continua a rimanere stabile, con piccoli cali di prezzo soprattutto nelle regioni centrali. L’analisi svolta da Inea sul mercato fondiario nazionale nel 2009 fa emergere una situazione di stallo: se il prezzo generale dei terreni ha subìto una variazione che si può considerare minima (+0,1%), è però da sottolineare che i cali di prezzo più "vistosi" sono avvenuti nelle zone montuose (-0,7%) e in Italia centrale (-0,8%). Ma si tratta pur sempre di piccole cifre, le quali però, se confrontate con l’andamento del tasso di inflazione, cambiano di significato: studiando questo rapporto, Inea ha scoperto che negli ultimi cinque anni il prezzo dei terreni si è svalutato del -6%, trainato dal mercato fondiario del Veneto, crollato del -10%.
Questo stallo del mercato, secondo Inea, è provocato dalla scarsa domanda di terra, sempre più in calo, unita al continuo aumento di prezzo dei macchinari agricoli: gli operatori del settore primario concentrano tutta la loro forza finanziaria sulla tecnologia, ma non acquistano più nuovi terreni per espandersi. E’ indubbio, però, che per un agricoltore è sempre più difficile trovare nuove terre che si prestino ai propri scopi: le esigenze del nuovo millennio, infatti, impongono che i terreni siano adatti all’installazione di impianti eolici o fotovoltaici, e il mercato fondiario italiano offre poche opportunità per l’agricoltore che vuole lanciarsi nell’energia pulita.
Ma se le vendite di terreni sono molto scarse, non è detto che il mercato non sia dinamico: a prevalere di gran lunga sugli acquisti, infatti, sono gli affitti, che secondo l’indagine Inea sono la soluzione più scelta per le espansioni di superficie aziendale. Proprio per questo i prezzi di affitto sono notevolmente scesi, dato che nel nostro paese la domanda è arrivata a superare l’offerta, soprattutto nel Nord Italia.