Agricoltura, funzionano i buoni lavoro

L’agricoltura è una grande fonte di lavoro, soprattutto per i più giovani. A confermarlo sono i dati Istat relativi all’occupazione lavorativa di giugno, i quali evidenziano che in questo mese sono duecentomila i ragazzi tra i 16 e i 25 anni di età che prestano la loro attività lavorativa presso un’azienda agricola. La maggior parte di questi proviene ovviamente dalle università di agraria, che agevolano gli studenti a trovare attività presso un’impresa del settore primario, la quale retribuisce i giovani con dei buoni lavoro da dieci euro che comprendono la copertura assicurativa e previdenziale, senza alcuna detrazione fiscale.

Lo strumento dei buoni lavoro è stato introdotto per la prima volta in occasione della vendemmia 2008, e da allora ne sono stati emessi oltre 3,3 milioni nel solo settore agricolo, che è stato il comparto che ha sfruttato maggiormente i voucher, con una quota del 27% (gli altri settori che utilizzano i buoni lavoro sono quelli delle manifestazioni sportive, culturali, di solidarietà e commerciali). Lo strumento dei voucher, oltre che rappresentare una buona opportunità di reddito per le fasce deboli, semplifica enormemente il lavoro nei campi senza sconvolgere l’economia agricola, che in questa stagione ne beneficia in gran misura.

L’estate, infatti, è il periodo più fruttuoso per gli agricoltori: con i vari impegni della raccolta di frutta e verdura e della vendemmia, la necessità di forza lavoro aumenta enormemente, e di conseguenza anche l’assunzione giovanile. Tuttavia il 2011 ha fatto registrare alcune difficoltà alle aziende agricole, che a causa della crollo delle quotazioni ortofrutticole hanno avuto qualche problema economico in più a cui pensare prima dell’assunzione dei giovani lavoratori.