Agrituristi in crescita o no? Ecco l’identikit

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Le indagini di Cia e Confagricoltura danno pareri opposti. Ma la prima fornisce un preciso ritratto del turista rurale.

Il turismo rurale è in crescita o in calo? Nessuno lo sa, anzi, forse lo sanno in troppi. Il problema è che ognuno dà la sua risposta, e ogni risposta risulta in contrasto con le altre. Questa settimana, ad esempio, sono state pubblicate due ricerche sul turismo rurale che forniscono dati opposti: una, firmata Agriturist (l’associazione nazionale agrituristica di Confagricoltura), parla di un crollo di vacanzieri in agriturismo di almeno il -7% rispetto al 2010, mentre l’altra, giunta da Turismo Verde (appartenente alla Cia), annuncia l’aumento del giro d’affari degli agriturismi del +2,5%. Ma entrambe le indagini sono basate su stime, che saranno confermate o meno a fine stagione. Di certo, però, solo uno dei due trend si verificherà.

Più precisamente, Agriturist, tramite le parole del presidente Vittoria Brancaccio, dice che la situazione è «davvero preoccupante», in quanto «il Governo non ha ancora definito un programma di rilancio del settore condiviso con le Regioni, che recuperi competitività concentrandosi sulla nuova domanda di vacanze rurali, ecologiche ed enogastronomiche in collaborazione con il sistema agricolo». Turismo Verde, al contrario, nella sua indagine dichiara che «dopo il crollo del -8% registrato lo scorso anno, l’estate 2011 promette bene per il turismo rurale, già positivo a Pasqua e nel ponte del 2 giugno, nonché nel periodo luglio-settembre, che ha già registrato due milioni di prenotazioni per un giro di affari di almeno 600 milioni di euro».

E mentre ci si crogiola nel dubbio, si può esaminare l’identikit del turista rurale fornito dalla stessa indagine di Turismo Verde. Il nostro uomo ha tra i 30 e i 50 anni, nella metà dei casi lavora in ufficio, viaggia in famiglia o in coppia, ha un buon livello culturale e un reddito medio-alto, ama la natura (e questo non c’era bisogno di ribadirlo), si interessa di tematiche ambientali e sociali, è un buongustaio, predilige i piatti tipici e biologici. Il suo mese preferito per andare in vacanza è agosto (54% dei casi), seguito da settembre (20%) e giugno (18%), e per la ricerca dell’agriturismo si affida a internet (37%) e al passaparola (32,5%).

La scelta di trascorrere un soggiorno in agriturismo è spinta dal desiderio di stare a contatto con la natura (48%), di riposarsi e rilassarsi (23%), di gustare specialità enogastronomiche locali (19%), di stabilirsi vicino a luoghi culturali o religiosi (10%). Tuttavia, il turista rurale, anche se vuole staccare dalla città, non rinuncia quasi mai al cellulare: il 65% dei clienti si assicura che ci sia copertura di rete prima di prenotare.

Agrinotizie


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