Agricoltura italiana, e’ boom del sorgo

Agricoltura italiana, e' boom del sorgo - Immagine
I dati Istat relativi alle intenzioni di coltivazione evidenziano il +55% della graminacea. In calo il frumento e il pomodoro.

Il 2011, per il settore agricolo italiano, può senza dubbio essere considerato come "l’anno del sorgo". Questa graminacea, infatti, è la coltivazione che ha registrato il maggiore aumento nazionale in termini di superficie, con un +54,8% rispetto al 2010. I dati sono di Istat, relativi a un campione di novemila aziende agricole italiane, alle quali sono state chieste le intenzioni di coltivazione per il 2011. Vediamo dunque nel dettaglio cosa è emerso dall’indagine, seguendo le due tabelle degli aumenti e dei ribassi.

Coltivazioni in aumento
Coltivazione Variazione (%)
Sorgo +54,8
Altri legumi secchi +34,5
Orzo +18,4
Patate +16,5
Soia +15,3
Altri cereali +12,7
Girasole +9,3
Legumi freschi +8,8
Avena +5,9
Mais da granella +5,8
Riso +3,2
Altre foraggere temporanee +3,1

 

Coltivazioni in calo

Coltivazione Variazione (%)
Ortive varie -28,5
Fagioli e fave -27,0
Barbabietola da zucchero -21,0
Piselli -19,8
Colza -19,5
Pomodoro -15,5
Frumento duro -13,5
Tabacco -11,5
Frumento tenero -5,0
Mais da foraggio -1,8

 

I cambiamenti, come si può notare, sono molto profondi. Una reazione alla crisi economica? Questo ancora non si sa, ma nel frattempo si possono evidenziare le percentuali più sconvolgenti, prima tra tutte quella del frumento duro, coltivazione tradizionalmente affermata in Italia, che però quest’anno ha subìto un netto calo (-13,5%). Particolarmente accentuata è la situazione dell’Italia centrale, dove il regresso è addirittura del -20%. Molto più contenuta, invece, la diminuzione del grano tenero, mentre il mais da granella guadagna addirittura il 5,8%, anche se ciò non basta a recuperare la lunga crisi in cui si trova da anni questa coltivazione. Per l’orzo, a fronte del +18,4% nazionale, è da segnalare il boom al sud Italia (+46%).

Ma il 2011, come detto, è l’anno del sorgo: anche se si tratta di un cereale minore, la crescita del 54,8 è un dato tutt’altro che irrilevante. A preoccupare maggiormente è invece il declino del pomodoro, prodotto simbolo dell’agricoltura italiana, che nel 2011 ha perso ben il 15,5%, con un picco negativo al sud del -21% che ha influito negativamente sulle perdite contenute al centro (-7%) e al nord (-5%).

Ma qual è la ragione di questi profondi cambiamenti? A dare una risposta è la stessa indagine Istat: "I cambiamenti rilevanti sono dovuti a fattori come le modifiche delle disposizioni nazionali di applicazione dell’articolo 68 della Pac, le avverse condizioni climatiche, l’instabilità dei mercati e la variabilità dei prezzi di vendita". Da segnalare c’è inoltre un ultimo, fondamentale fattore: al momento dell’indagine Istat i terreni dichiarati a riposo erano il 19% in più rispetto al 2010. Di questo fatto, il 44% delle aziende ha dato la giustificazione di una "normale pratica di rotazione", mentre il 30% ha parlato di "scelta obbligata dalla scarsa remunerazione o dalla variabilità dei prezzi".

Agrinotizie


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