Finanziamenti per i produttori vitivinicoli

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Sei un produttore vitivinicolo e cerchi un finanziamento per la tua impresa agricola? Agrinotizie ha raccolto tutti i contributi erogati in territorio italiano, suddivisi per tipologia.

Il settore vitivinicolo italiano rappresenta egregiamente il nostro paese nel resto del mondo. Proprio per questo, il nostro Stato tutela questo complicato settore con delle normative diverse rispetto a quelle degli altri comparti agricoli, normative che si suddividono tra il Programma nazionale di sostegno (Pns), i vari Programmi di sviluppo rurale diversi di regione in regione, gli aiuti regionali e altre, numerose fonti di finanziamento. Un labirinto intricato, insomma, nel quale è difficile muoversi con destrezza. Su Agrinotizie proveremo allora a fare un po’ di ordine, catalogando tutte le opportunità che un’azienda vitivinicola può avere in Italia.

PROGRAMMA NAZIONALE DI SOSTEGNO

Ristrutturazione e riconversione dei vigneti

Per un’azienda vitivinicola è essenziale migliorare la qualità dei propri prodotti e allo stesso tempo contenere i costi di produzione dell’uva: ecco allora che il Pns propone un aiuto per ammodernare gli impianti viticoli, erogando dei contributi per la riconversione varietale e il miglioramento della posizione e delle tecniche di gestione del vigneto. I fondi messi a disposizione per questa misura ammontano a 110 milioni di euro, suddivisi tra le varie Regioni, che possono influire sull’applicazione della norma, modificando ad esempio la superficie minima ammessa all’intervento, che è pari a 0,5 ettari, ridotti a 0,3 per le aziende partecipanti a programmi collettivi o aventi una superficie agricola utilizzabile vitata di almeno un ettaro. Beneficiari dell’aiuto sono i conduttori di vigneti e i titolari dei diritti di reimpianto, che non possono ricevere una cifra maggiore di 9.500 euro per ettaro (10.400 in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia).

Promozione dei vini sui mercati extra-Ue

La diminuzione del consumo interno di vino, un dato di fatto degli ultimi anni, va compensato con l’aumento delle esportazioni: per questo è necessario migliorare l’immagine del vino nei paesi extraeuropei. In concreto, il fondo erogato è di 82,4 milioni di euro per il 2011-2012 e di 102 milioni per il 2012-2013, da utilizzare per finanziare campagne di informazione e promozione all’esterno dell’Ue, di durata massima di tre annate, nonchè la partecipazione e fiere ed esposizioni. I progetti presentati dalle aziende dovranno avere un costo di almeno centomila euro per Paese, e saranno coperti per metà dali aiuti statali (elevabile al 70% nel caso di integrazione del contributo comunitario con fondi nazionali o regionali).

Investimenti

La redditività delle aziende vinicole può essere migliorata tramite nuove tecnologie e infrastrutture e moderni processi produttivi e commerciali. Proprio in tale direzione va questa misura, che dispone di un fondo di 15 milioni di euro per il 2010-2011 e di 40 milioni per il 2011-2012, da utilizzare per coprire il 40% massimo delle spese sostenute dalle aziende vinicole (50% per Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Attenzione, però: l’aiuto viene erogato solo dopo che la spesa è stata sostenuta dall’azienda, e non si può inoltre sovrapporre ad aiuti simili appartenenti al Psr. E’ necessaria dunque molta attenzione, ma i tempi sono molto stretti: è per questo che tale misura è considerata problematica da molti operatori.

Vendemmia verde

Il nuovo Pns ha eliminato le misure di distillazione come strumento di mercato, ma in seguito a questa misura il mercato vitivinicolo potrebbe squilibrarsi. Per evitare questo si può adottare la vendemmia verde, che consiste nella distruzione o nell’eliminazione totale dei grappoli non ancora maturati, in modo da ridurre a zero la resa di tutta l’unità vitata: questa pratica è non solo sostitutiva, ma addirittura migliore della distillazione di crisi. E questa misura del Pns, rivolta ai conduttori di superfici vitate in regola con la normativa vitivinicola, va proprio in aiuto della vendemmia verde, erogando 30 milioni di euro all’anno – suddivisi tra le Regioni – per coprire il 50% della cifra persa dall’operatore per mettere in pratica la vendemmia verde (la cifra comprende non solo le spese, ma anche le perdite di reddito), per un massimo di due anni consecutivi.

Assicurazione del raccolto

Questa misura contribuisce, con un fondo di 20 milioni di euro, alle spese sostenute dalle aziende vitivinicole per le assicurazioni contro i rischi climatici, le fitopatie e le infestazioni parassitarie sull’uva da vino: il fondo copre dal 50% all’80% delle spese sostenute.

Distillazione dei sottoprodotti

Riservata esclusivamente ai distillatori, questa misura vuole garantire il rispetto delle prestazioni viniche nelle Regioni dove le vinacce e le fecce non hanno ancora degli utilizzi alternativi (energetici, ad esempio), in modo da evitare anche eventuali danni ambientali arrecati da una cattiva gestione di questi sottoprodotti. L’aiuto consiste in 1,1 euro/grado/hL per le vinacce e in 0,5 euro/grado/hL per le fecce, senza dover pagare un prezzo minimo di acquisto a favore dei produttori, come invece era in passato.

Distillazione di vino per la produzione di alcol alimentare

Netta rivisitazione della precedente distillazione facoltativa, questa misura è atta a favorire la filiera di produzione dell’alcol alimentare tramite 20 milioni di euro nel 2011 e 10 nel 2012, da dividere tra le regioni. Beneficiari sono unicamente i produttori di vino che trasformano le uve di propria produzione e le cantine cooperative; sono invece esclusi i vigneti che producono uve a denominazione di origine. L’aiuto corrisponde a 400/ha per il 2010/2011 e a 350 euro/ha per il 2011/2012, e viene erogato solamente in seguito alla sottoscrizione di almeno uno e massimo tre contratti di distillazione, i quali devono riportare l’indicazione degli ettari di vigneto inseriti nella dichiarazione vitivinicola della campagna di riferimento, nonché un volume minimo di vino di 25 hL e massimo di 30 per ogni ettaro richiesto.

Aiuto all’utilizzo di mosti

Se negli Stati dell’Europa continentale – definiti zone viticole A e B – i produttori possono utilizzare lo zucchero per aumentare la gradazione dei propri vini, questo è vietato nell’Europa mediterranea – definita zona viticola C – dove è possibile utilizzare solamente i mosti concentrati o rettificati. Questa misura va allora in aiuto ai produttori della zona mediterranea con 25 milioni nel 2011 e 18 milioni nel 2012: i produttori che desiderano effettuare operazioni di arricchimento dovranno richiederlo preventivamente all’ufficio periferico dell’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione dei frodi dei prodotti agroalimentari), per un massimo dell’1% di volume. L’aiuto corrisposto ammonterà di conseguenza a 1699 euro/grado ettolitro per l’uso di mosto concentrato, e a 2206 euro/grado ettolitro per il mosto rettificato.

Distillazione di crisi

Di recente questa misura è stata aperta anche ai vini a denominazione che possiedono la certificazione e i requisiti previsti dai disciplinari di produzione. Tuttavia, la Distillazione di crisi non possedeva autonome risorse finanziarie: la sua attivazione è dipesa dalle singole regioni, che, in caso di apertura di questa misura, hanno dovuto utilizzare i fondi ricevuti per altre misure: e così, a ricorrere al provvedimento sono state solo Piemonte, Marche, Lazio, Sardegna, Calabria, Puglia. Tali regioni hanno dunque deliberato un provvedimento di riduzione di almeno il 20% delle rese previste dal disciplinare di produzione delle do e ig interessate per la campagna 2011/2012. Per i vini non Dop e Igp, il prezzo di acquisto è di 1,75 euro/grado/hL, mentre per i Dop e Igp non può superare il 65% del prezzo di mercato del semestre precedente.

Superfici vitate e aiuti disaccoppiati

Per le superfici vitate non è attualmente prevista alcuna assegnazione di Pua (Pagamento Unico Aziendale), anche se in molti casi tali superfici sono già assoggettate al rispetto delle norme sulla condizionalità. Essendo prevista l’eligibilità dei vigneti al Pua, è meglio ricordare tuttavia che i produttori agricoli che possiedono titoli Pua derivanti dal possesso di superfici storiche passate al disaccoppiamento possono usare le superfici vitate per chiedere in pagamento i titoli che detengono.

 

FONDI DELLO SVILUPPO RURALE

Politiche per la formazione dei viticoltori

Formazione professionale e interventi formativi. Tale misura copre le attività di formazione professionale e di informazione, a patto che i corsi e le attività aziendali non rientrino nei normali programmi o cicli istruttivi del settore agricolo a livello medio e superiore.

Consulenza aziendale. Rimborsa l’80% delle spese sostenute per i servizi di consulenza aziendale atti a migliorare il rendimento dell’impresa agricola (con un limite massimo di 1500 euro). I servizi devono vertere su almeno due punti: regole della condizionalità e norme di sicurezza sul lavoro.

Politiche per il ricambio generazionale. I giovani imprenditori agricoli che vogliono buttarsi nella viticoltura possono ricevere dei contributi massimi di 70 mila euro, a patto che la loro età sia minore di 40 anni e che essi si insedino a capo di un’azienda agricola per la prima volta, possiedano adeguate competenze professionali e tecniche e presentino un piano di sviluppo della propria attività agricola.

Politiche strutturali

Ammodernamento delle imprese agricole. Questa misura, che non può essere sovrapposta a quella analoga dell’ocm vino, offre un contributo dal 40 al 60% agli investimenti che migliorano il rendimento globale dell’azienda agricola in conformità con le norme comunitarie in materia. Tra le spese ammissibili figurano la costruzione, l’acquisizione (leasing incluso) e il miglioramento di beni immobili; l’acquisto (leasing incluso) di nuovi macchinari (compresi quelli informatici); le spese generali collegate ai due investimenti precedenti (consulenze, progetti, eccetera). Non sono invece ammessi i diritti di produzione agricola, le sostituzioni dei macchinari e l’acquisto di terreni per un costo superiore al 10% del totale delle spese ammissibili.

Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli. Va a contribuire dal 40 al 50% sugli investimenti atti a migliorare il rendimento globale dell’impresa agricola: nel dettaglio, la trasformazione e commercializzazione dei prodotti ammessi (l’elenco è contenuto nell’ Allegato I della misura) e lo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie legate ai prodotti in questione.

Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie. La misura promuove la cooperazione tra imprese agricole, industria agroalimentare e industria di trasformazione delle materie prime agricole, tramite dei contributi, che possono toccare il 100% dei costi ammissibili, per chi sostiene spese di progettazione, sviluppo e collaudo di prodotti, tecnologie e altri investimenti in direzione della cooperazione.

Politiche per la qualità

Sostegno per l’adeguamento alle norme comunitarie. Tale misura eroga un contributo annuale per coprire parzialmente le perdite di reddito subite a causa dall’applicazione di norme europee in materia di tutela ambientale, salute delle piante, sanità pubblica e sicurezza sul lavoro. I limiti ammontano a cinque anni e a 10 mila euro all’anno per azienda.

 Sostegno alla partecipazione a sistemi di qualità. La misura vuole favorire gli agricoltori a partecipare ai sistemi di qualità alimentari riconosciuti dall’Ue (doc, docg, igt, biologico, eccetera) o dai singoli Stati membri, con un contributo massimo di 3000 euro per azienda agricola.

Sostegno all’attività di informazione dei consumatori e di promozione dei prodotti alimentari di qualità. Vengono cofinanziate al 70% le attività di informazione dei consumatori e quelle di promozione dei prodotti agroalimentari di qualità che si tengono sul mercato interno europeo (eventi fieristici inclusi), con delle specifiche caratteristiche quali la messa in evidenza della qualità, dei metodi di produzione, del benessere degli animali e del rispetto dell’ambiente. Sono esclusi dai beneficiari le organizzazioni professionali e interprofessionali che rappresentano uno o più prodotti.

Politiche agroambientali

Indennità a favore degli agricoltori che producono nelle zone montane, nelle aree svantaggiate o in altre aree con vincoli ambientali e naturalistici. Atta a contrastare l’abbandono dell’agricoltura in zone montane o svantaggiate, questa misura si impegna a risarcire gli agricoltori delle perdite dovute agli svantaggi del territorio in cui operano, con un limite massimo di 250 euro/ha.

Pagamenti agroambientali. E’ il migliore strumento per monetizzare i vantaggi ambientali dovuti all’agricoltura e assicurare la sostenibilità dell’uso delle risorse naturali. I pagamenti, ovviamente, riguardano solo gli impegni non obbligatori, come i requisiti stabiliti in applicazione della condizionalità, quelli minimi europei relativi all’utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari e quelli previsti dalla legislazione nazionale. Il contributo varia a seconda degli ettari e degli impegni assunti dal viticoltore (i più comuni riguardano la produzione biologica e integrata).

 

ALTRI INTERVENTI DI SOSTEGNO

Contratti di filiera e di distretto

Grazie alla recente legge n. 4/2011, i contratti di filiera e di distretto sono finalmente diventati operativi su tutto il territorio nazionale (in precedenza erano invece limitati alle aree sottoutilizzate). In breve, i contratti di filiera, destinati ai soggetti della filiera agroalimentare e agroenergetica, costituiscono un programma di investimenti integrato a carattere interprofessionale di rilevanza nazionale, che si sviluppi nei vari segmenti della filiera agroalimentare e agroenergetica in un ambito multiregionale. I contratti di distretto, invece, sono destinati ai soggetti che in base alla normativa regionale rappresentano i distretti, allo scopo di rafforzare lo sviluppo economico e sociale di questi ultimi. Le novità normative più importanti per i prossimi contratti, promossi entrambi dal Mipaaf, riguardano la multiregionalità (non più considerata come numero minimo di regioni coinvolte nei contratti, bensì come oggetto di valutazione rispetto alla filiera coinvolta e al mercato di riferimento); i limiti agli investimenti (dai 5 ai 50 milioni di euro, senza alcuna percentuale massima per regione); l’assenza di parametri minimi per gli investimenti di filiera e del rapporto minimo tra investimenti e produzione agricola. I contratti devono essere realizzati entro quattro anni dalla loro approvazione per essere finanziati.

Contratti di sviluppo

Sostituiscono i contratti di programma e sono il principale finanziamento per i grandi progetti di sviluppo. Un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale ha notevolmente semplificato l’attuazione di questo finanziamento, che copre dai 7,5 milioni di euro (per programmi riguardanti solo le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli) ai 30 (per programmi di sviluppo industriale o commerciale), con finanziamenti in conto capitale o conto interesse agevolato.

Interventi Isa

Valido fino al 2013, questo nuovo regime di aiuto, pensato per le imprese operanti nel settore della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli, finanzia le piccole e medie attività tramite l’acquisizione di una partecipazione di minoranza del capitale sociale e l’erogazione di un finanziamento a tasso agevolato.

Agevolazioni Invitalia

E’ il principale sostegno per i disoccupati o le persone in cerca della prima occupazione che vogliono avviare piccole attività imprenditoriali. Invitalia prevede tre tipologie: lavoro autonomo (fino a 25.823 euro iva esclusa per chi vuole avviare una ditta individuale in qualsiasi settore), microimpresa (fino a 129.114 euro per chi vuole avviare una piccola attività imprenditoriale in forma di società di persone, limitatamente ai settori della produzione dei beni e la fornitura dei servizi), franchising (per le persone fisiche e le società di persone o di capitali di nuova costituzione che vogliono avviare un’attività imprenditoriale in franchising nel settore dei beni e dei servizi).

Agevolazioni Ismea

La misura del subentro in agricoltura interessa i giovani imprenditori agricoli che vogliono subentrare nella conduzione di un’azienda e che presentano un progetto di sviluppo per la stessa. Si può ricevere fino a un milione di euro.

Promozione dei prodotti agricoli

Il Ministero delle politiche agricole ogni anno finanzia fino al 90% le spese ammissibili di chi promuove e valorizza le caratteristiche qualitative dei prodotti agroalimentari italiani.

Agrinotizie


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