Piemonte futuro leader del bioetanolo

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Dopo avere scoperto che si può ottenere biocarburante dalla canna comune, la Mossi & Ghisolfi ha avviato un progetto per far sorgere un grande polo per la produzione di energia pulita.

Dopo una scoperta scientifica interessante, ci vuole sempre qualcuno che la applichi per trarne vantaggi concreti. Ma, nel caso del bioetanolo ricavabile dalla canna comune, il soggetto coincide. Stiamo parlando della multinazionale italiana Mossi & Ghisolfi, la quale, dopo avere scoperto la possibilità di ricavare bioetanolo dalla canna comune, ha ora intenzione di realizzare una filiera della biomassa ecosostenibile. La M&G ha infatti appena avviato l’ambizioso progetto di realizzare un maxi impianto di 150 mila metri quadrati e 120 milioni di euro di investimento, finalizzato alla creazione di un polo di ricerca e sviluppo per la realizzazione di un sistema di produzione dell’innovativo biocarburante. E tutto ciò sorgerà in Italia, in Piemonte per la precisione.

I lavori sono iniziati da pochi giorni: il luogo scelto per la costruzione dell’impianto è l’ex fonderia Teksid, situata a Crescentino, in provincia di Vercelli. E’ proprio qui che tra dodici mesi sorgerà il più grande impianto industriale per la produzione di bioetanolo di seconda generazione. Il gruppo Mossi & Ghisolfi, leader nella produzione di materie plastiche, ha già avviato una sperimentazione in collaborazione con la ditta Alasia Franco Vivai di Savigliano (Cuneo): lo scopo è quello di coltivare la canna comune per ottenere la biomassa agricola necessaria ad alimentare il futuro impianto di Crescentino, mettendo dunque in piedi una filiera corta, in linea con i principi dell’ecosostenibilità.

Si stima che la Arundo donax – questo il nome scientifico della canna comune – verrà prodotta per 40 tonnellate ad ettaro, in modo da fornire 10 tonnellate di bioetanolo per ettaro (in confronto, dalla canna da zucchero se ne ricavano solo 7). Il vantaggio della canna comune, che ha un ciclo vegetativo della durata di nove mesi (da marzo a novembre), è inoltre dato dalla scarsa attenzione richiesta: questa pianta, infatti, non necessita di irrigazione.

Dal punto di vista economico, inoltre, a guadagnarci saranno gli agricoltori piemontesi, ai quali il gruppo Mossi & Ghisolfi ha proposto un vantaggioso contratto per il ritiro della pianta in piedi: gli operatori che sottoscriveranno i contratti (della durata di dieci anni) per i primi 1000 ettari riceveranno 100 euro ad ettaro come rimborso dei costi di impianto, oltre che 400 euro all’anno come remunerazione minima garantita (indipendentemente dagli esiti della produzione) e 15 euro di incentivo extra per ogni tonnellata di sostanza secca raccolta oltre le 26,6 t/ha. La raccolta della canna verrà effettuata a carico del committente, ovvero del gruppo Mossi & Ghisolfi, tramite una trinciatrice da foraggio. Scaduto il contratto decennale, Mossi & Ghisolfi si occuperà persino di eliminare i rizomi e di bonificare il terreno. Una volta effettuato il raccolto, la canna verrà trasportata all’impianto di Crescentino, il quale, una volta a regime, produrrà tra le 40 e le 45 mila tonnellate annue di bioetanolo.

Agrinotizie


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