Il decalogo del buon allevatore: dieci consigli

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Dagli Usa arrivano i consigli del professor Bethard, che suggeriscono agli allevatori i passi fondamentali per migliorare la propria azienda.

L’allevamento italiano si trova nel mezzo di un periodo molto difficile, nel quale sono le singole capacità imprenditoriali a fare la differenza. Qualunque allevatore dovrebbe dunque tenere in considerazione tutti i punti critici del processo produttivo, in modo da valutare adeguatamente il proprio business aziendale. Lo sanno bene gli Stati Uniti d’America, che hanno vissuto una crisi del latte ben più grave rispetto alla nostra, e che si stanno riprendendo solo in quest’ultimo periodo, a suon di dibattiti e studi. Per aiutare gli allevatori americani, il proferrore Greg Bethard del Dairy Records Management Systems ha stilato un vero e proprio decalogo in dieci punti, che può essere utile anche ai nostri connazionali. Eccolo qui.

1. Tenere la stalla piena
2. Possedere vacche fresche e sane
3. Sostituire le vacche non remunerative
4. Ottenere premi per la qualità
5. Massimizzare il ricavo al netto dei costi alimentari
6. Produrre foraggio di alta qualità
7. Incentivare le gravidanze
8. Minimizzare i costi di sostituzione
9. Tagliare i costi in maniera intelligente
10. Controllare i costi di manodopera

Ma tutto ciò non è sufficiente. Queste dieci semplici regole, infatti, vanno precedute da un attento monitoraggio della propria situazione aziendale, in modo da migliorarla e da potere applicare il decalogo in maniera più efficace. Il professor Bethard, dunque, a questi dieci punti ha allegato cinque passi da seguire per l’analisi del proprio allevamento.

1) Conoscere la propria situazione. E’ il primo passo per migliorare l’efficienza del proprio allevamento. Chi pensa di averlo già compiuto, solo perchè vive e lavora quotidianamente nella propria azienda, è sulla strada sbagliata: secondo Bethard, infatti, occorre anche identificare i punti critici e gli indici economici e tecnici sui quali basare la valutazione della propria azienda da latte, che è composta da un percorso che parte dal nutrimento degli animali per arrivare alla produzione del latte. Ogni punto di questo percorso deve essere monitorato attentamente.

2) Acquisire informazioni per fissare degli obiettivi. Il monitoraggio della nostra azienda produrrà dei dati pratici e teorici sui quali costruire un confronto con altre aziende simili alla nostra. Da questo confronto si potrà successivamente partire per fissare i propri obiettivi di miglioramento, in relazione alla propria capacità di investimento.

3) Prendere delle decisioni. Una volta analizzata l’azienda, raccolti i dati e fissati gli obiettivi, è arrivato il difficile momento di decidere: non si può risolvere tutto e subito; occorre piuttosto definire i problemi prioritari e partire da essi, gestendoli attentamente e in maniera responsabile, senza voler strafare.

4) Monitorare le soluzioni. E’ il passaggio più critico. Il processo di risoluzione dei problemi va seguito con costanza: è questo che fa la differenza tra un buono e un cattivo direttore d’azienda. Non è sufficiente prendere decisioni e farle eseguire; bisogna innanzitutto controllare la fattibilità delle proprie decisioni, e in seguito correggere gli errori compiuti durante il processo di risoluzione.

5) Analizzare le differenze. Quando il processo di risoluzione sarà terminato, verranno prodotti nuovi dati, che vanno attentamente analizzati. E’ da essi che si può imparare molto, venendo a conoscenza, ad esempio, di nuovi fattori non considerati in precedenza. Ciò può portare a prendere ulteriori decisioni per il miglioramento aziendale.

I consigli di Greg Bethard, è evidente, consistono in un processo molto difficile e sistematico. Ma un dato è certo, e lo possono testimoniare gli allevatori statunitensi che hanno seguito questo consiglio: oltre a migliorare il processo produttivo, il decalogo di Bethard accresce molto l’entusiasmo sia del direttore d’azienda che dei suoi dipendenti, in quanto fa conoscere più a fondo la propria azienda, aiutando a considerare maggiormente non solo le risorse economiche, ma anche quelle umane. E conoscere a fondo il proprio processo produttivo è il primo passo per ottenere un grande successo nell’allevamento bovino, un settore in fase di profondo cambiamento tecnologico.

Agrinotizie


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