Pesche e albicocche in crisi per meteo

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Il cattivo tempo penalizza pesche e nettarine, ma sono le albicocche a preoccupare i grossisti.

di Andrea Minghelli

Complice un andamento meteo tutt’altro che normale per il periodo, sui mercati all’ingrosso non è un gran momento per la commercializzazione di pesche, nettarine e albicocche. Si segnalano consumi piuttosto bassi, in particolare per le albicocche che, oltre allo scarso appeal, pagano più delle altre drupacee una bassa qualità del prodotto, causa le abbondanti piogge che in questi giorni hanno colpito la frutta sulle piante, poi raccolta e commercializzata.

Sulla piazza di Bologna, nello stand Spreafico, riferiscono di quotazioni che, per delle pesche gialle origine Emilia-Romagna, oscillano intorno all’euro al chilo per i calibri 24/26, poi a salire anche di molto per le pezzature più sostenute. Il prodotto pugliese spunta invece, per i calibri maggiori, tra 1,50 e 1,70 euro/kg. Ma si lamenta una bassa qualità a causa delle piogge; chi va meglio da questo punto di vista è il prodotto siciliano, che ha preso meno acqua, ma che d’altra parte manca di pezzatura.

In assoluto, però, la drupacea del periodo che va peggio è l’albicocca, che in questi giorni spunta prezzi tra l’euro e l’euro e mezzo al chilo, segnando una flessione anche importante, se si considera che due settimane fa si battevano anche 1,70 euro/kg e che varietà che di solito spuntano 1,30 euro/kg oggi veleggiano sull’euro al kg.

L’anno scorso, in questo stesso periodo, la situazione era migliore. Il problema vero, però, «è che manca la qualità: la maggior parte delle albicocche che arrivano sul mercato non sono eccelse da mangiare perché troppo acquose; le rosse si macchiano facilmente. Manca il gusto e se hai delle Orange Ruby buone, di qualità, puoi arrivare anche a 2, 2,50 euro/kg, sempre che tu le abbia. La stagione delle albicocche è iniziata male, con quelle spagnole che hanno il nostro stesso problema, ed è proseguita ugualmente male con l’arrivo delle italiane», osserva Wainer Marzola, commerciale della Spreafico. Intanto, visto l’anticipo di stagione delle albicocche (circa un -15 giorni sulla norma) aumentano i timori di una carenza di prodotto sulle varietà tardive, sul finire di stagione.

La campana suona lo stesso requiem anche nello stand al mercato di Bologna del Consorzio Agribologna, dove ci spiegano che «la commercializzazione è lenta, ma va peggio con le albicocche, che sono ferme: sono piene d’acqua, crepano, scoppiano, sono insipide. È un problema di stagione, ma tutto il nostro mestiere è legato alla stagione e, se migliora, la situazione può cambiare in 24 ore»; a questo punto altri grossisti invece non sono così ottimisti.

Dal Consorzio bolognese segnalano quotazioni che per delle pesche gialle categoria A oscillano intorno all’euro al chilo, mentre per delle AA si parla di 1,20/1,30 euro/kg. Per delle nettarine occorre invece aggiungere 20 centesimi di euro al chilo; quotazioni che si stima dureranno ancora per poco perché «stanno arrivando volumi maggiori e, se il meteo continuerà con quest’andazzo, i consumi si fermeranno».

Come già detto, peggio ancora vanno le albicocche. «C’è tanto macchiato che le deprezza – riferiscono allo stand Agribologna – e se il prodotto fosse buono, con varietà come Kyoto e Orange Ruby si potrebbero spuntare anche 1,80/2 euro al chilo; per il resto si viaggia intorno all’euro/kg, 1,30 al massimo».

fonte: Freshplaza

Agrinotizie


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