Grano francese da record. Ma è un problema

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Un raccolto mai così alto dal 1998 non riesce a essere venduto sul mercato

di Sergio Pitzalis

Per diversi paesi d’Europa, tra cui il nostro, la nuova stagione del mercato cereali è ormai ripartita con i dubbi e le domande sulle scelte da prendere nei prossimi mesi.

Come spesso accade in questa parte dell’anno, nelle nostre borse merci si registrano pochi scambi, con venditori e compratori in attesa di prezzi migliori da spuntare. Quest’anno però, per gli agricoltori francesi il nuovo anno agricolo inizia con qualche problema in più.

Anche in Francia la mietitura del grano è ormai terminata, con un risultato ottimo sotto il profilo della qualità e soprattutto della quantità. La Francia rappresenta il più grande granaio dell’Unione europea e gli ultimi dati ufficiali parlano di un raccolto record, ben oltre tutte le attese. Tra l’altro sono viste al rialzo anche le rese di mais e colza. Le dimensioni del frumento tenero francese sono di tutto rispetto: si parla di un dato vicino a 40,8 milioni di tonnellate, escluso il grano duro. Un risultato senza precedenti: il record precedente era di 38,2 milioni di tonnellate del 1998.

L’agenzia France AgriMer il mese scorso era ferma a 40,2 milioni di tonnellate, un dato quindi inferiore di 600 mila tonnellate rispetto quanto dichiarato dal Ministero dell’agricoltura francese.

Tutta la stagione è stata caratterizzata da un inverno mite e una calda e soleggiata primavera, e le alte temperature di luglio sono arrivate quando il raccolto era ormai maturo, non creando problemi particolari. Nonostante tutto, le dimensioni così imponenti di grano da gestire stanno rappresentando un problema. I centri di stoccaggio sono ormai al completo, i silos di Rouen e Dunkerque sono in attesa di inviare all’estero parti del raccolto. Quella che doveva essere una stagione da incorniciare si sta trasformando in un vero e proprio incubo, con il rischio di perdere parte del raccolto.

Il primo risultato di questa nuova situazione è il forte calo del prezzo del frumento. Venerdì scorso il contratto con scadenza settembre del Milling wheat ha chiuso a 174,25 €/t, in calo del 1,61% rispetto alla scorsa settimana, mentre il contratto con scadenza dicembre del Milling Wheat n.3 ha chiuso a 161,75 €/t, in calo del 4,42%.

Il problema però non è tanto la questione logistica francese, non certo colta di sorpresa da quantità così grosse da gestire, quanto piuttosto per la mancata esportazione di grano verso i consueti paesi del Nord Africa e soprattutto verso l’Egitto. L’agenzia Agritel conferma che nell’ultima settimana è partito un carico di sole 190 mila tonnellate di grano dai porti francesi, ben al di sotto della media del periodo. Molte delle gare di acquisto di grano sono a favore dei paesi del Mar Nero, la cui concorrenza si sta facendo sentire sempre più forte, anche in quei paesi dove da sempre la Francia vendeva il proprio grano. Nell’ultima gara emessa dalla GASC Egiziana, il prezzo offerto dalla Francia era addirittura più basso rispetto al grano russo di circa 10 dollari, ma la scelta è andata ugualmente al grano russo grazie a costi minori di trasporto.

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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

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