Cereali, la siccità fa rialzare i prezzi

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Il grano europeo approfitta della situazione, tranne quello italiano che rimane in stallo.

di Sergio Pitzalis

Riprendiamo l’analisi dei mercati agricoli dopo il lungo ponte festivo. Fino ad ora, sui cereali e semi oleosi abbiamo assistito allo scontro tra due protagonisti: il primo è legato alle conferme positive sui nuovi raccolti, ormai sempre più in linea con le attese; l’altro riguarda una crisi Ucraina ancora da definire e una siccità in alcune zone degli Stati Uniti e Brasile che destano qualche preoccupazione.

La battaglia tra tori e orsi è ancora aperta, ma noi abbiamo già una chiara idea di come andrà a finire. L’andamento corretto del primo trimestre ci conferma la giusta visione di mercato.

 

Mercato internazionale

L’aria che si respira nelle borse merci mondiali rispecchia pienamente le preoccupazioni che dicevamo all’inizio. Da un lato, la tormentata crisi Ucraina spinge sempre più i commercianti ad alzare i premi sulle consegne ucraine, e dall’altro la siccità ancora presente in diverse zone degli Stati Uniti.

Sui mercati a termine l’ultimo rialzo dei cereali e semi oleosi prende spunto proprio dalla poca acqua caduta in queste settimane negli Stati Uniti. Zone come Nebraska occidentale, nordest del Colorado, nordovest del Kansas, Oklahoma e Texas stanno soffrendo non poco la siccità, anche se le previsioni meteo per la prossima settimana parlano di parziali precipitazioni.

Eppure, guardando i mercati internazionali nel loro complesso, le notizie rimangono positive e in linea con le attese. Il Canada, ad esempio, fa sapere di essere pronta a seminare 24,8 milioni di ettari di frumento solo quest’anno, in crescita rispetto alle precedenti stime. Sempre dal Canada ci si attende invece una ridotta coltivazione di orzo e di avena.

Si inizia a guardare anche all’Australia, con l’approssimarsi dell’inizio delle semine. Anche qui si parla di una prima fase non proprio brillante a causa di una siccità troppo estesa, specie nell’ovest del continente australiano. Parlare di effetti che possono interagire sui prezzi dei contratti a termine, però, è ancora prematuro.

Stesso discorso vale per il mais. La siccità negli Usa spinge i prezzi a termine sopra i 5 dollari per bushel. Inoltre, è stato il recente downgrade sugli acri utilizzati per il granoturco negli Usa diffuso dalla International Grains Council a fornire uno stimolo ulteriore ai prezzi. Dobbiamo dire che molti analisti rimangono però cauti sul mais, poiché nel complesso le previsioni sono positive: l’attesa di ulteriori dati è quindi lecita.

Infine, per i semi oleosi la battaglia con la Cina continua. Le possibili rinunce di contratti già stipulati da parte del primo acquirente di soia al mondo, sta mettendo pressione sui prezzi a termine. Da questa settimana, però, si sommano anche voci su possibili nuove richieste della Cina per integrare le loro scorte di soia. Tutte queste informazioni non fanno altro che alimentare la volatilità sui prezzi dei future. Per il momento, vista la forza di crescita del contratto sulla soybean, appare evidente come i rialzisti siano prevalenti rispetto ai ribassisti.

 

Mercato europeo

In Europa, da questa contorta situazione internazionale, chi ci guadagna maggiormente è il grano francese. Le preoccupazioni sul clima negli Usa e la crisi non ancora risolta in Ucraina giocano un ruolo fondamentale sul Milling Wheat, portandolo a chiudere venerdì scorso a 207 euro/tonnellata, ma dopo aver raggiunto i 221 euro/tonnellata (contratto scadenza novembre).

Le previsioni indicano maggio come mese ottimale per raggiungere prezzi ancora più alti degli attuali. Non solo, quindi, il grano francese, ma anche il prezzo del granoturco e della soia dei paesi europei sta risentendo favorevolmente di questo momento. Ancora una volta, però, sono i prodotti italiani a rimanere fuori dai grandi scambi internazionali. La lunga staticità dei prezzi nelle nostre borse merci sul frumento tenero e duro non ci consente di beneficiare delle condizioni oggi favorevoli.

Bruxelles intanto concede ben 378 mila tonnellate di grano tenero esportabile. Questo dato, seppure inferiore alle settimane precedenti, rappresenta un record per la stagione in corso, avendo toccato i 24,7 milioni di tonnellate.

La Russia fa sapere che le piantagioni di grano primaverile sono completate e intorno ai 4,3 milioni di ettari, pari al 13,6% in più rispetto ai 3,2 milioni di ettari dello scorso anno. In crescita anche la superfice utilizzata per l’orzo, con ben 2,3 milioni di ettari seminati.

 

Borse merci italiane

Sul fronte interno, è ancora fermo il prezzo del nostro grano tenero tipo n° 4 – buono mercantile – p.s. 76/77 kg/hl, c.e. 2%. Alla Borsa Merci di Bologna, in quest’ultima settimana il prezzo per tonnellata non è stato scambiato, rimanendo fermo tra 201 e 206 euro la tonnellata.

Stabile anche il grano duro sulle principali borse merci:

  • Borsa merci di Bologna. L’oscillazione settimanale è ferma tra 263 e 267 euro/tonnellata per la qualità Nord – Buono Mercantile – rinfusa partenza p.s.76/77 kg/hl,c.e.1,5+1,5%, bianc.50/60%, volp.12%, prot. 12% (produzione nazionale 2013).
  • Borsa merci di Foggia. L’oscillazione settimanale è stata tra 280 a 285 euro/tonnellata per la qualità Buono Mercantile (peso min. Kg. 78 per hl; umidità 12%; spezzati max 6%; farinosi 1-2%; bianconati dal 26% al 35%; nulli 0,50%; volpati, max 4%); contenuto proteico min. 11,5%.
  • Borsa di Milano (contratto consegna maggio 2014). L’ultimo prezzo trattato è stato di 266 euro per contratto. Trattasi del nuovo strumento a termine sul grano duro, emesso dalla borsa di Milano ma con volumi ancora non sufficienti per decretarne una propria autonomia.

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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

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