Kiwi, primato italiano nonostante la batteriosi

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Le previsioni produttive non evidenziano particolari criticità. Ma si continua a monitorare la batteriosi.

Le previsioni di produzione 2013 sul kiwi, elaborate da Cso, non mettono in luce particolari criticità sulla campagna che sta per iniziare. Per l’Italia si prevedono circa 400.000 tonnellate di produzione commercializzabile, con valori solo lievemente superiori in termini quantitativi allo scorso anno (+7%).

Anche a livello europeo la situazione non si prospetta molto diversa da quella della passata stagione, con circa 582.000 tonnellate. In questo ambito va sottolineata la situazione della Grecia, un paese che notoriamente esercita una certa concorrenza alle produzioni italiane, e che quest’anno però vede scendere i quantitativi di circa il 15% rispetto alla passata annata.

Per quanto riguarda la batteriosi che nel periodo primaverile, a causa del clima particolarmente umido e piovoso, aveva allertato i produttori, le conseguenze sulle rese sono state meno negative delle attese, seppur presenti.

«Il mondo della produzione – dichiara Elisa Macchi, direttore di Cso – ha preso maggiore coscienza del problema batteriosi e attua con attenzione le buone pratiche di difesa che riescono a contrastare e limitare la diffusione della malattia. Il Cso è titolare di una serie di attività previste nel progetto Interact gestito dal Cra e finanziato dal Ministero delle politiche agricole e forestali. Tra le attività previste si annoverano la costituzione del catasto nazionale, lo sviluppo di un sito internet tutto dedicato al kiwi e alla batteriosi (kiwifruitpsa.com) e l’analisi delle ricadute economiche della batteriosi in termine di costi di produzione. Quest’ultima attività si integra in parte con il progetto messo in atto dal Crpv in Emilia-Romagna. È chiaro che la batteriosi è un problema a cui è difficile trovare, ancora oggi, una soluzione definitiva se non quella della corretta difesa e della applicazione di pratiche agronomiche atte a contrastare e a limitare la diffusione e i danni conseguenti. Dai dati elaborati da Cso, naturalmente, la difesa e la prevenzione della batteriosi hanno un costo importante che tuttavia può essere in parte compensato dai buoni risultati conseguenti alle tecniche adottate. Mediamente, a seconda delle aree territoriali, produrre kiwi costa all’incirca 0,45 euro/kg di costi vivi; se aggiungiamo i costi indiretti e i costi figurativi, il costo totale di produzione arriva sui 60 centesimi di euro al kg. Le tecniche di prevenzione e difesa necessarie a contrastare la malattia elevano il costo di qualche centesimo di euro al Kg ma le conseguenze di una mancata prevenzione – conclude il direttore di Cso – graverebbero sui costi in misura molto superiore».

(fonte: Cso)

Agrinotizie


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