Prezzi cereali, prossimi due mesi a rischio

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Il prezzo a termine del wheat americano è ancora sopra al supporto primario. La situazione dei mercati dipenderà dalla tenuta o meno di tale livello.

di Sergio Pitzalis

Settimana senza particolari spunti quella appena trascorsa, sul mercato cereali. Solo la partita tra Stati Uniti e Brasile sui semi di soia desta ancora qualche curiosità. Il prezzo a termine della soia alla borsa di Chicago chiude l’ottava in calo, sotto la pressione e la previsione di un buon raccolto brasiliano. Più tranquilla la situazione per il mais e il grano tenero, dove l’unico dato interessante è di tipo grafico: il prezzo a termine del wheat americano è ancora sopra il supporto primario. I prossimi due mesi sono a rischio e tutto dipenderà dalla tenuta o meno di tale livello.

Vediamo adesso quali sono state le novità della settimana sul mercato fisico internazionale. Per il mais e il grano tenero Usa, le informazioni provenienti dai mercati fisici sono in gran parte confermate, con il risultato di una pressione ancora forte sui prezzi a termine dei prodotti agricoli. Inoltre, quest’anno la concorrenza per i prodotti a marchio Usa è particolarmente forte, soprattutto dai mercati europei, russi e ucraini. Da un sondaggio elaborato dalla US Commodities, è emerso come il mais statunitense sia più caro di 0,60 cent di dollaro per bushel del mais del Sud America e addirittura di 0,90 cent di dollaro per bushel del mais ucraino. Nelle prossime settimane inizieranno ad arrivare le prime notizie sulle superfici da destinare ai nuovi raccolti 2014.

Buona settimana per le esportazioni Usa, anche se la loro efficacia nei confronti dei prezzi a termine è praticamente nulla. Ci sono voci su possibili cali di resa sui prossimi raccolti di grano in Argentina a causa di una stagione ancora secca, così come voci su cali di qualità del grano russo, ma al momento tali preoccupazioni ottengono pochi effetti sui prezzi dei cereali internazionali.

Diamo uno sguardo adesso al prezzo del nostro grano tenero tipo n° 1 speciali di forza (p.s. 79/80 kg/hl, c.e. 1%, prot. 13%) scambiato alla Borsa Merci di Bologna: in quest’ultima settimana il prezzo per tonnellata è rimasto fermo. L’oscillazione settimanale è stata tra 226 e 230 euro/tonnellata. In calo invece il grano duro sulle principali borse italiane:

  • Borsa merci di Bologna: L’oscillazione settimanale è stata tra 272 e 277 euro/tonnellata per la qualità Nord – Fino – rinfusa partenza p.s. 79/80 kg/hl, c.e. 1+1%, bianc. 30/35%, volp.10%, prot. 12,5%.
  • Borsa merci di Foggia: L’oscillazione settimanale è stata tra 260 a 265 euro/tonnellata per la qualità Fino (peso Kg 80 per hl; umidità 12%, spezzati max 6%; farinosi 1%, bianconati fino al 25%; nulli 0,50%).
  • Borsa Milano (Contratto consegna dicembre 2013): L’ultimo prezzo trattato è stato di 266 euro per contratto. Trattasi del nuovo strumento a termine sul grano duro, emesso dalla borsa di Milano ma con volumi ancora non sufficienti per decretarne una propria autonomia.

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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

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