Distretto del pomodoro del sud, c’è urgenza

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La Cia ribadisce l\'urgenza del progetto

Tra le priorità dell’agricoltura meridionale italiana c’è il progetto del Distretto del pomodoro del sud. Un lavoro di cui da tempo si stanno occupando le rappresentanze agricole (organizzazioni professionali agricole, unioni nazionali di prodotto e le principali OP meridionali, tra le quali rappresentanti della Cia e di produttori lucani, in particolare del Vulture Alto Bradano e Metapontino) e la maggior parte di quelle industriali (Anicav), e che è assolutamente da accelerare alla luce delle ingenti difficoltà subite durante la campagna pomodoro 2013.

Questo, in sintesi, il contenuto di una nota della Confederazione italiana agricoltori della sezione Basilicata, che ha sollecitato l’assessore all’agricoltura Nicola Benedetto a procedere a una stima dei danni provocati dalle continue e abbondanti piogge di questi giorni, accompagnate in alcuni casi da grandinate, in particolare alle aziende di pomodori, colture ortive e cerealicole.

Secondo una prima stima – riferiscono i dirigenti dell’Ufficio zonale di Lavello – la situazione più preoccupante si registra a Banzi con aziende a pomodoro quasi interamente distrutte, mentre nel Lavellese e a Montemilone i danni sarebbero del 10% e a Palazzo tra il 20 e il 25%. Alla pioggia – sottolinea la Cia – si aggiunge l’attacco del fungo "orobanco" che ha distrutto parte delle colture.

"Siamo fortemente impegnati – afferma il presidente della Cia lucana Donato Distefano – nel lavoro organizzativo del Comitato tecnico, che dovrà porre le basi per un Distretto aperto a tutti gli operatori di questa rilevante filiera, localizzati in ben cinque regioni (Puglia, Campania, Basilicata, Molise, Calabria). Il Distretto dovrà diventare l’ambito naturale entro il quale i soggetti della filiera si incontreranno per scambiarsi esperienze e cogliere insieme le opportunità del mercato. Sarà anche la cornice più idonea per lo svolgimento delle trattative volte ai contratti-quadro, anche se il suo ruolo non dovrà mai confondersi con quello più specifico dell’Organismo interprofessionale. Tutelare il reddito del settore agricolo e valorizzare l’intera filiera produttiva del pomodoro sono i punti cardini del Distretto. L’obiettivo comune è quello di superare le divergenze tra i molteplici "attori" della filiera agricola meridionale e giungere ad un obiettivo univoco, quello di percorrere una strada comune di sviluppo, superando le barriere geografiche e creando un sistema di rete tra tutte le rappresentanze territoriali del Sud. Bisogna, tuttavia, creare le condizioni favorevoli – conclude Distefano – affinché le sinergie di filiera si concretizzino in accordi stabili tra produzione ed industria ed accrescendo l’iniziativa sul fronte delle polizze assicurative. Ecco perché la Cia ritiene che per il Mezzogiorno il Distretto sia il giusto contenitore di questi rapporti economici di filiera. Non dovrà certo sostituirsi all’Organismo interprofessionale ortofrutticolo, dato che le competenze sono diverse, ma è proprio nel suo ambito che la filiera potrà riunirsi sistematicamente e portare avanti le trattative necessarie agli accordi e ai contratti-quadro".

Agrinotizie


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