Accordo su riforma Pac, il commento di De Castro

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Il presidente della commissione Ue all\'agricoltura: \'Fatti alcuni passi avanti, ma anche qualche arretramento\'

È stata raggiunta l’attesa intesa tra i ministri dell’agricoltura degli stati membri dell’Unione europea per concordarsi su una posizione comune per la riforma della Pac. La maggioranza qualificata (con il sostegno di 25 paesi su 27, cioè di tutti tranne Slovenia e Slovacchia) ha portato la presidenza irlandese ad assicurare di avere ricevuto comunque un forte mandato per negoziare, nel rispetto del calendario previsto, con la commissione e il parlamento europei a partire dal mese prossimo.

Riportiamo a questo proposito un commento di Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo (nella foto): «Nel documento approvato dai ministri si registrano passi in avanti, ma trovo anche qualche arretramento rispetto alla proposta del parlamento. Tra gli elementi positivi vanno annoverate le disposizioni sull’agricoltore attivo, che rinforzano e chiariscono il dispositivo di delega agli Stati membri che avevamo introdotto in parlamento. Le modifiche sulla redistribuzione interna degli aiuti diretti, in attesa di valutare i testi consolidati definitivi, mi sembrano in linea con quelle approvate dal parlamento. Sul greening trovo che la posizione dei ministri sia ispirata a quella del mandato parlamentare nel senso di una maggiore flessibilità, soprattutto per quanto riguarda la modulazione della diversificazione delle colture secondo la dimensione aziendale. Per le aree a interesse ecologico, invece, non c’è una esclusione totale delle colture permanenti come previsto del parlamento, anche se permangono parziali esenzioni che stiamo valutando tecnicamente. Rispetto alla posizione del parlamento, c’è meno flessibilità su alcuni capitoli come quello dell’aiuto accoppiato, che resta agganciato a una lista di prodotti, rischiando in tal modo di penalizzare comparti strategici del nostro sistema agricolo come il tabacco. Sullo stesso dossier, in un momento in cui è necessario per l’Europa puntare con decisione sul ricambio generazionale, sembra contraddittoria la decisione sulla volontarietà del regime di sostegno sui giovani agricoltori che il parlamento ha sempre difeso con forza come obbligatorio. Per i ministri europei anche il capping è facoltativo, mentre per l’europarlamento è fissato ai 300.000 euro (cooperative escluse). Venendo alle regole di mercato e alle norme di commercializzazione, accanto ad alcune positive novità come quella che riprende il dispositivo del parlamento sull’indicazione di origine nella vendita dei prodotti ortofrutticoli, permangono alcune ombre. Mancano, ad esempio, quegli interventi necessari a rivedere il meccanismo di funzionamento dell’intervento pubblico e dell’ammasso privato, così come restano invariate le regole sugli aiuti all’olio d’oliva che il parlamento aveva indirizzato verso il modello ortofrutticolo. Infine, si deve constatare la mancanza di un accordo sull’estensione della programmazione produttiva a tutti i prodotti Dop. Viene così meno un principio sul quale il consiglio si era impegnato con il parlamento durante il negoziato di approvazione delle regole sui prodotti di qualità certificata».

Agrinotizie


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