Riforma Pac, si entra nella fase decisiva

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Ieri a Strasburgo ottenuta la maggioranza necessaria per iniziare i negoziati con il consiglio e la commissione Ue

La riforma della Politica agricola comune è entrata nella fase finale. Ieri tra i 750 deputati del parlamento europeo si è ottenuta la maggioranza necessaria per iniziare le negoziazioni decisive con il consiglio e la commissione europea al fine di definire la nuova Pac 2014-2020.

Strasburgo, oltre a convalidare il volere della commissione nel pretendere che una singola azienda non possa ricevere più di trecentomila euro di sussidio, ha anche confermato che un terzo degli aiuti andrà a chi attuerà le necessarie politiche di tutela ambientale.

Ecco il commento di Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo, in merito alla maggiore trasparenza che caratterizzerà la nuova Pac: «Gli aiuti agli agricoltori sono soldi pubblici e quindi devono essere resi noti. Ecco perché abbiamo votato in favore della loro pubblicazione. Inoltre abbiamo eliminato la possibilità che un agricoltore sia pagato due volte per lo stesso motivo».

Dacian Cioloş, commissario europeo per l’agricoltura, aggiunge: «Nessuno potrà dirsi contento al 100% per la riforma Pac, ma la cosa importante è che le tre istituzioni, insieme, trovino un accordo affinché la Politica agricola comune del futuro sia riformata. Un altro obiettivo è che siano prese in considerazione le specificità delle piccole attività, per permettere loro di svilupparsi, e quelle dei giovani per sostenerli maggiormente su scala europea».

Riguardo alle reazioni dall’Italia, riportiamo un comunicato di Agrinsieme, il coordinamento Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari (che a sua volta comprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare).

Soddisfazione di Agrinsieme per l’approvazione, da parte del parlamento europeo, dei mandati negoziali sulla riforma della Pac "verso il 2020". Nel mandato negoziale approvato ieri dal parlamento, si afferma che per garantire un approvvigionamento alimentare stabile e di alta qualità per i consumatori europei, migliorando anche la protezione dell’ambiente, la nuova Politica agricola comune deve rendere le misure "ecologiche" obbligatorie, ma introdurre anche la flessibilità necessaria per permettere agli agricoltori di affrontare le sfide dei mercati. Il progetto di mandato per i negoziati con gli Stati membri sulle norme future per lo sviluppo rurale è stato approvato con 556 voti favorevoli, 95 contrari e 18 astensioni. Il progetto di mandato per i negoziati con gli Stati membri sulla futura organizzazione comune di mercato è stato approvato con 375 voti a favore, 277 contrari e 24 astensioni. Il progetto di mandato per i negoziati con gli Stati membri in materia di norme di finanziamento, gestione e monitoraggio è stato approvato con 474 voti favorevoli, 172 contrari e 23 astensioni. La riforma della politica agricola dell’Ue sarà decisa congiuntamente dal parlamento, dal consiglio e dalla commissione. I negoziati dovrebbero iniziare tra fine marzo e inizio aprile. «Il passaggio odierno – ha affermato il coordinatore di Agrinsieme Giuseppe Politi – consolida le modifiche introdotte con il positivo lavoro della commissione agricoltura del parlamento europeo alle proposte della commissione, apportando diversi miglioramenti e valorizzando così il ruolo del parlamento europeo nel processo di codecisione. Ciò consentirà, non appena il consiglio avrà pronte le sue posizioni, di partire già dall’11 aprile con il confronto a tre (il cosiddetto "trilogo"), tra consiglio dei ministri, parlamento europeo e commissione. Da qui a meno di un mese entreremo quindi nella fase decisiva del negoziato. Confidiamo che nei prossimi mesi si possano migliorare ulteriormente gli aspetti delle proposte di regolamento ancora non in linea con le esigenze delle imprese agricole; da questo punto di vista garantiamo la nostra piena disponibilità alle istituzioni per lavorare assieme. Certo, rimane da sciogliere il nodo delle risorse. Il segnale negativo di Strasburgo sull’accordo politico del consiglio europeo in materia di prospettive finanziarie 2014-2020 è condivisibile; ma non dobbiamo rischiare che nel riesame del dossier si pregiudichi ulteriormente la spesa agricola europea. Il consiglio europeo aveva previsto il 7 e 8 febbraio una riduzione del budget incentrata praticamente solo sulla rubrica agricoltura; un controsenso che non è certo il caso di far diventare un paradosso».

Agrinotizie


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