Dossier frumento duro: dalla coltura al diserbo

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Una guida pratica al Triticum durum, di cui l\'Unione europea è il quarto produttore mondiale

di Luigi Lamelza

La culla di origine del frumento duro (triticum durum) è l’Africa centro-orientale: la sua cultura è quella maggiormente diffusa a livello mondiale. Si stima che la superficie coltivata nel mondo sia di 210 milioni/ha per una produzione di 568 milioni di tonnellate. I maggiori produttori, in ordine di importanza, sono Cina, India, Stati Uniti e Unione europea (nella quale il maggior produttore è la Francia). In Italia il grano duro è coltivato nell’Italia centro-meridionale, soprattutto in Puglia, Sicilia, Molise e Abruzzo.

Morfologia

Il frumento appartiene alla famiglia delle graminacee. Le caratteristiche essenziali della specie appartenenti a questa famiglia sono:

  • culmo cilindrico, suddiviso in nodi e internodi;
  • foglie alternate, allungate, parallelinervie;
  • infiorescenza a spiga oppure a pannocchia;
  • frutto secco indeiscente (cariosside);
  • apparato radicale fascicolato.

Culmo o fusto: il frumento presenta un fusto eretto, costituito da 5-8 nodi e altrettanti internodi, cavi al loro interno. Le varietà attuali non superano una taglia di 60-90 cm. Il miglioramento genetico ha infatti ridotto l’altezza per indurre una maggiore resistenza all’allettamento.

Foglie: il numero delle foglie, variabile da 5 a 8, è legato a fattori genetici, ambientali e nutrizionali. L’ultima foglia apicale, situata immediatamente sotto la spiga ("foglia a bandiera"), è molto importante nella fase di formazione delle cariossidi, ai fini della produzione.

Infiorescenza: è una pannocchia spiriforme chiamata volgarmente spiga, è costituita da un asse centrale chiamato rachide sul quale sono inserite le spighette, mediante in numero di 18-20 per ogni spiga. Ogni spighetta è racchiusa da due glume all’interno delle quali troviamo 3-8 fiori. Ogni fiore è costituito da due glumelle, una superiore (palea) una inferiore (lemma). La glumella inferiore può portare all’apice un prolungamento detto arista o resta.

Radici: si distinguono le radici primarie (o seminali), che si originano direttamente dal seme, e le radici secondarie (o avventizie) che prendono origine dai nodi della base del culmo quando le giovani piante hanno 3-4 foglie e costituiscono la maggior parte della massa radicale. Nel complesso l’apparato radicale è di tipo fascicolato e la maggior parte delle radici è concentrata nei primi 25-35 cm di suolo, quindi è essenzialmente superficiale.

Cariosside: il frutto del frumento è una cariosside di forma ellittica, ovoidale con gradazione di colore che vanno dal bianco al rosso brunastro. Il peso di mille semi è pari a 40-45 grammi. La cariosside è costituita dagli involucri, dall’endosperma e dall’embrione.

Ciclo vegetativo e riproduttivo

Il ciclo del frumento può essere diviso nelle seguenti fasi fenologiche:

Germinazione: con umidità e temperature sufficienti (bastano 3-4 °C) ha inizio la germinazione con la rottura degli involucri; viene emessa prima la piumetta e poco dopo la radichetta. Quando la pianta ha 3-4 foglie, si forma a circa 1cm di profondità un ingrossamento o nodo dal quale prendono origine le radici avventizie.

Accestimento: l’accestimento inizia con l’emissione di nuovi germogli, situati a livello dell’ascella della prima foglia. In particolare influenzano l’indice di accestimento: la densità di semina, l’epoca di semine e la fertilità del terreno. L’accestimento inizia in autunno, si arresta temporaneamente in inverno e riprende con la buona stagione.

Levata: con l’innalzarsi della temperatura si assiste all’allungamento degli internodi con un veloce aumento dell’altezza dei culmi. Quando la spiga arriva all’altezza dell’ultima foglia, da cui rimane avvolta, evidenziando un ingrossamento, si ha la fase di botticella. Nelle fasi di levata il frumento assorbe notevoli quantitativi di acqua ed elementi nutritivi.

Spigatura e fioritura: la spigatura avviene con l’evidenziarsi della spiga; dopo 5-6 giorni inizia la fioritura. Ogni spiga è costituita da 18-20 spighette che porteranno 2 fiori per ogni spighette, con una produzione di circa 35-40 cariossidi.

Maturazione: la maturazione si divide in quattro fasi.

  • Maturazione lattea: le cariossidi di colore verde raggiungono il massimo volume.
  • Maturazione cerosa: le cariossidi perdono acqua e il colore inizia ad essere giallognolo
  • Maturazione piena: la pianta ha esaurito la capacità di svolgere fotosintesi, continua la perdita di acqua dalle cariossidi che sono completamente gialle.
  • Maturazione di morte: l’umidità si porta su valori dell’11-13% e può avvenire la raccolta.

Esigenze ambientali

Il frumento, come gli altri cereali autunno-vernini, è una specie longidiurna. Il clima ideale è quello temperato, infatti esige 2-3 °C per la germinazione, 10 °C per la levata, 15 °C per la fioritura e 20 °C per la maturazione. Per quanto riguarda il terreno, il frumento duro dà migliori risultati in quelli piuttosto argillosi e di buona capacità idrica, mentre rifugge da quelli tendenti allo sciolto.

Tecniche colturali e percorsi di difesa per ottimizzare le produzioni

Avvicendamento: l’avvicendamento risulta essere una pratica fondamentale, poiché la coltura ripetuta se se stessa, detta ringrano o ristoppio, è da evitare in quanto le rese in granella granella sarebbero inferiori per una maggiore incidenza di malattie fungine.

Lavorazione del terreno: diverse sono le modalità di lavorazioni del terreno, ma in questo caso, volendo ottimizzare le produzioni, si preferisce eseguire le tecniche di lavorazione tradizionale.

  • Lavorazione principale: aratura o ripuntatura a 25-30 cm di profondità, è la tecnica più indicata se il terreno è stato compattato oppure se sono presenti residui colturali. L’aratura permette di mescolare il terreno e di interrare i residui colturali.
  • Lavorazioni complementari: affinamento del terreno o ripasso, questa lavorazione viene eseguita a 10-15 cm per affinare il terreno in eseguito all’aratura e creare il letto di semina (zona in cui verrà posto il seme). Il grado di affinamento del letto di semina deve consentire una buona circolazione di aria e un intimo contatto tra terreno e seme, questo per far avvenire un’ottima germinazione.

Epoca di semina

Per i climi italiani è quella autunnale: in Italia settentrionale dovrebbe iniziare a metà ottobre, in Italia centrale a inizio novembre e in meridione a fine novembre. L’importante è che nell’arrivo dei freddi la pianta non sia troppo sviluppata, ma abbia raggiunto almeno le 3-4 foglioline; in questo stadio la resistenza al freddo è massima.

Scelta del seme e della varietà

Non si devono trascurare questi due aspetti fondamentali per una buona riuscita della coltura. La buona semente deve avere un’elevata purezza, elevata germinabilità, deve essere indenne da malattie fungine e senza semi di erbe infestanti. La scelta della varietà deve essere fatta in funzione del clima, del terreno e della tecnica colturale. Sono da tenere presenti alcune semplici regole nella scelta della varietà:

  • per le aree siccitose e calde sono più adatte le varietà precoci;
  • per le aree umide sono più adatte quelle resistenti alle grittogame (ruggini, oidio, septoriosi);
  • per le aree con inverni freddi, quelle maggiormente resistenti alle basse temperature;
  • per i terreni meno fertili e per tecniche di produzione a basso input sono più adatte quelle meno esigenti dal punto di vista nutrizionale;
  • per i terreni fertili o con impiego di elevate concimazioni azotate quelle resistenti all’allettamento, ovvero di bassa taglia.

Alcune delle varietà di frumento duro: simeto, duilio, creso, iride, claudio, saragolla, anco marzio, ecc.

Modalità e densità di semina

La semina viene eseguita con seminatrici a righe o di precisione in file distanti 14-20 cm e con una deposizione del seme a una profondità di omogenea di 5-6 cm. Per quanto riguarda la densità di semina nei terreni fertili, le dosi più frequenti sono 160-180 kg/ha, mentre per i terreni poco fertili le dosi consigliabili variano tra i 220-280 kg/ha.

Concimazione

La concimazione, in particolare quella azotata, è un elemento essenziale della tecnica colturale per raggiungere gli obiettivi di produzione e di qualità. Importante è distinguere le tue categorie di concimazione: quella di fondo e quella di copertura.

  • Concimazione di fondo (concimazione fosfo-potassica): la concimazione di fondo o di pre-semina viene effettuata dopo il ripasso con lo spandiconcime o alla semina se la seminatrice è munita di esso. Le dosi consigliate sono di circa 200-250 kg/ha di fosfato biammonico (18-46).
  • Concimazione di copertura (concimazione azotata): il frumento, come gli altri cereali, risponde bene alla concimazione azotata; l’azoto è una delle leve più importanti per raggiungere elevate rese sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. L’azoto infatti favorisce l’accestimento, in levata aumenta la superficie fogliare e la sua funzionalità fotosintetizzante e in fioritura aumenta la fertilità delle spighette con maggiori percentuali di allegagione. Sono tuttavia da evitare eccessi di azoto, perché favoriscono l’allettamento della coltura, minore resistenza alle malattie fungine e maggior consumo idrico.

È preferibile svolgere delle concimazioni frazionate per evitare il dilavamento dell’apporto nutritivo, infatti è consigliato distribuire prima dai 200-250 kg/ha di urea al 46% e poi 150-200 kg/ha di nitrato ammonico al 26% di N.

Controllo delle infestanti

La lotta delle infestanti deve essere attuata prima di tutto con la buona pratica agronomica che prevede l’avvicendamento colturale e buona preparazione del letto di semina. Le infestanti più diffuse nei cereali autunno-vernini sono:

  • Monocotiledoni: graminacee: avene selvatiche, falaride, coda di volpe ecc.
  • Dicotiledoni: composite: camomilla, fiordaliso, stoppione, crisantemo ecc.

Diserbo chimico

Il diserbo chimico generalmente viene eseguito in post-emergenza; risulta la pratica più diffusa poiché permette di controllare sia le infestanti appartenenti alle monocotiledoni che alle dicotiledoni, la possibilità di applicazione in ampio periodo (da dicembre ad aprile) e un’elevata gamma di principi attivi. In post-emergenza vale sempre la regola che è preferibile intervenire con infestanti ai primi stadi al fine di limitare i danni a scapito della coltura. Riguardo al controllo delle principali avversità, le più diffuse malattie fungine che attaccano il frumento sono l’oidio, le ruggini, il mal del piede, la fusariosi della spiga e septoriosi.

  • L’odio è una malattia diffusa ovunque e particolarmente nelle regioni a clima umido. La pianta viene attaccata nelle fase fenologiche che vanno dalla levata alla spigatura; il fungo colpisce foglie, culmo e spiga.
  • Ruggine nera: è la più pericolosa delle ruggini che colpiscono il frumento, è una malattia che si manifesta sulle foglie, sulle glume e suiscure. Culmi sotto forma di pustole.
  • Ruggine bruna: è la ruggine più comune del frumento, si manifesta dalla spigatura alla fioritura. Colpisce le foglie e si manifesta con pustole tonde sparse in modo irregolare sulla lamina fogliare.
  • Ruggine gialla: è diffusa soprattutto nelle aree montane, si manifesta sulle foglie e sulle glume con delle striature giallognole.
  • Il mal del piede: si manifesta con marciumi sugli internodi alla base del culmo e interessa anche le radici che manifestano maculature scure. La parte aerea ingiallisce e porta a uno sviluppo stentato.
  • Fusariosi: sono in grado di attaccare precocemente le giovani piantine, determinando anche la morte o uno stentato sviluppo di quelle che sopravvivono.
  • Septoriosi: la sintomatologia si manifesta sulle foglie con macchie tonde di colore chiaro, le macchie possono determinare il completo disseccamento della foglia stessa.

Per il controllo di queste crittogame si deve adottare una buona pratica agronomica che prevede l’impiego di seme conciato, varietà resistenti, concimazione azotata equilibrata, semine non troppo fitte e una corretta rotazione; contro le malattie fungine sono inoltre possibili trattamenti chimici. Di fondamentale importanza è salvaguardare da queste malattie soprattutto l’ultima foglia apicale (foglia a bandiera) e la spiga durante le fasi di riempimento della cariosside. La foglia apicale, infatti è quella che consente alla pianta di svolgere la fotosintesi fino alla fase di maturazione, consentendo di ottenere una maggiore resa ed una granella di migliore qualità

La raccolta

In Italia,la raccolta del frumento inizia a giugno fino agli inizi di luglio. Viene eseguita con la mietitrebbia quando l’umidità della granella è inferiore al 14%.

Luigi Lamelza

Agrinotizie


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