Vino, aumentano import e contraffazioni

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Vendemmia 2012 in calo produttivo: l\'Italia è costretta a incrementare le bottiglie acquistate dall\'estero

Vino in calo e quotazioni in aumento. Questa la situazione della vendemmia 2012, i cui dati definitivi sono stati diffusi in questi giorni, rispettando le previsioni avanzate sinora. Tutta colpa della siccità estiva, che ha decimato i vitigni italiani, costringendo il nostro paese ad aumentare le importazioni. Ma almeno, le uve sopravvissute hanno regalato un vino di eccellente qualità, anche se al consumatore finale costerà in media il 15% in più.

Sono circa 40,8 milioni gli ettolitri di vino in meno che l’Italia quest’anno produrrà: il calo equivale al -3% rispetto allo scorso anno, ma ciò non impedirà al nostro paese di superare la Francia per quantitativo prodotto. I cugini d’oltralpe, infatti, hanno subìto un crollo ben più grave del -19%. Questo, dunque, il paradosso: quest’anno l’Italia riconquisterà la leadrship mondiale per quantità di vino, ma con la più bassa produzione degli ultimi dieci anni. La conseguenza è il rincaro delle quotazioni: esaminando le statistiche Ismea, si notano aumenti dal +9% del Pinot grigio friulano al +25,8% del Sangiovese doc di Ravenna, per non parlare del +30-40% registrato nei vini da tavola rossi e bianchi di Treviso e Verona.

Ma a preoccupare maggiormente i produttori nostrani è l’aumento forzato delle importazioni, che apre a una maggiore contraffazione di vino. Secondo l’Istat, già a fine luglio le bottiglie acquistate dall’Italia all’estero erano il 48% in più rispetto al 2011, per un fatturato di circa 187 milioni di euro in soli sette mesi. Dati più aggiornati al momento non ce ne sono, ma già quelli disponibili fanno capire come le importazioni di vino, quest’anno, non siano più il fenomeno marginale che sono sempre state nel nostro paese. A goderne, oltre alla Spagna che è da sempre il principale venditore di vino all’Italia, sono i paesi dell’est europeo come Bulgaria, Romania, Moldavia e Macedonia.

E come ignorare il probabile blocco dei consumi che deriverà dall’impennata dei prezzi? Domenico Bosco, responsabile vino per Coldiretti, è preoccupato anche per questo: «Anche se i produttori agricoli spunteranno un maggiore guadagno grazie al trend in rialzo dei listini, il vantaggio rischia di essere azzerato dal contemporaneo e inarrestabile incremento dei costi di produzione e dalla frenata dei consumi derivata dall’aumento dei prezzi».

Agrinotizie


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