Ccpb: ‘Sui pesticidi si può fare ancora meglio’

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Il presidente Piva commenta i risultati del rapporto Legambiente sui residui nell\'ortofrutta

«Non possiamo nascondere la soddisfazione per una progressiva riduzione dei residui di fitofarmaci nei prodotti alimentari». Così Fabrizio Piva, amministratore delegato del consorzio di certificazione biologica Ccpb, commenta il recente rapporto di Legambiente (vedi notizia).

L’indagine annuale sulla presenza di residui nocivi di fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e derivati commercializzati in Italia ha fornito dati positivi, in linea con la tendenza degli ultimi anni, anche se i margini di miglioramento sono ancora numerosi: come sottolinea sempre Piva, «la tematica della presenza di campioni con più residui, seppure entro gli LMR (limiti massimi di residuo consentito), è un tema delicato da affrontare con molta attenzione».

Come enti di certificazione e controllo, non possiamo però non notare un’assenza. «In tutto il rapporto, Legambiente non cita mai che l’agricoltura biologica è l’unico settore produttivo in cui è possibile trovare la soluzione del problema», continua Piva. Più in dettaglio, «i campioni cosiddetti "positivi" nell’agricoltura biologica lo sono quando una sostanza attiva non ammessa, ovvero tutte quelle di sintesi chimica, è > 0.01 ppm; un valore che in agricoltura convenzionale spesso per molti principi attivi neppure viene valutato, in quanto i livelli di LMR per i prodotti convenzionali sono decine ed in molti casi centinaia di volte superiori al valore di 0,01 ppm (mg/kg)».

Filippo Piredda

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