Italia, aumentano i giovani agricoltori

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Sono 62 mila le imprese agricole condotte dagli under 30: un incremento mai verificatosi nel nostro paese

Per la prima volta da almeno dieci anni, in Italia sono aumentati i giovani agricoltori. Lo afferma un’indagine di Coldiretti/Swg sui dati relativi alle imprese individuali iscritte alle Camere di Commercio nel secondo trimestre del 2012: l’incremento dei giovani agricoltori ammonta al +4,2% rispetto allo stesso periodo del 2011.

Non è un caso che, secondo l’indagine Coldiretti/Swg, il 50% dei giovani tra i 18 e i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23%) o lavorare in una multinazionale (19%), poiché il lavoro tra i campi garantisce una vita più sana secondo un cittadino italiano su due, e assicura più libertà ed autonomia per il 17% degli intervistati. Una passione confermata dal fatto che quasi un milione di italiani con altre occupazioni si classifichi come "hobby farmer", mettendosi al lavoro su appezzamenti di terreni, spesso ereditati, che hanno in media un ettaro di superficie in cui coltivare ortaggi, frutta, vino o olio (fonte: Nomisma). Senza contare che almeno un italiano su quattro, secondo le stime Coldiretti, si dedica all’orto o al giardinaggio

Lo storico ritorno dei giovani italiani alla terra, dove oggi sono attive ben 62.000 imprese condotte da imprenditori con meno di 30 anni, colloca l’agricoltura sul podio delle attività di impresa preferite dai giovani dopo il commercio, i servizi di alloggio-ristorazione e i comparti manifatturiero e edilizio. Un’inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico, con gli istituti superiori agrari che hanno aumentato dell’11% il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei licei (fonte: Ministero dell’istruzione).

Dall’indagine Coldiretti/Swg sugli agricoltori under 30 emerge che il 36,5% ha una scolarità alta (specializzato, laureato o laureando), il 56% media (scuole superiori) e il 6,5% bassa (scuole medie).

Una tale ripresa di giovani sui campi (come detto, il +4,2%) non si era mai verificata nella storia dell’agricoltura italiana: secondo Coldiretti, il merito è non solo delle caratteristiche anticicliche del settore in tempi di crisi, ma soprattutto dell’allargamento dei confini dell’attività agricola che, grazie alla Legge di Orientamento (numero 228 del 18 maggio 2001), ha rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali. Gli imprenditori agricoli oggi si possono così occupare di attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla loro vendita in azienda o nei mercati, ma anche della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti comuni per la cura del verde pubblico che spesso viene affidata agli agricoltori.

Commenta il presidente Coldiretti Sergio Marini: «Oggi il settore agricolo si è rigenerato con una classe di giovani di imprenditori che non si è arroccata, come spesso accade nei momenti difficili, nella difesa dell’esistente, ma si è impegnata con successo nel capire e soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori. Per risollevare il paese, l’Italia deve tornare a fare l’Italia, ovvero a valorizzare al meglio quello che ha già di unico e di esclusivo. L’Italia della grande creatività, delle piccole e medie imprese agricole, artigiane, manifatturiere che poi sanno crescere e conquistare il mondo. Il modello delle economie di scala e le leggi del Pil e della finanza da sole stanno impoverendo le nostre famiglie e i nostri territori spingendo a produrre al minor costo senza tenere in alcuna considerazione il prezzo sociale, ambientale ed etico che provocano».

(fonte: Coldiretti)

Agrinotizie


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