Pil agricolo in crescita: è l’unico settore in positivo

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Nell\'ecomomia italiana, l\'agricoltura si conferma l\'unico comparto che non continua a perdere quote. Nonostante le difficoltà.

Lunedì l’Istat ha diffuso i dati sul Pil italiano nel secondo trimestre del 2012. Riservando una bella notizia per gli agricoltori: se il Pil, rispetto allo stesso periodo del 2011, è diminuito del 2,6%, il valore aggiunto dell’agricoltura è aumentato dello 0,9%. Un dato già emerso in precedenti analisi, ma che continua a sorprendere e che conferma, soprattutto, la forza di un settore piegato dalle difficoltà. Un settore che, se favorito maggiormente dalle politiche del governo, potrebbe sollevare l’economia italiana.

Ma anche se il valore aggiunto continua ad aumentare, nell’ultimo trimestre la crescita è rallentata rispetto ai tre mesi precedenti. Su questo aspetto negativo si sono concentrati gli immediati commenti delle principali organizzazioni agricole. Così un comunicato di Confagricoltura: «I dati Istat confermano la tendenza anticiclica del settore agricolo, unico a migliorare nel panorama nazionale (anche se registra una diminuzione congiunturale del valore aggiunto dell’1,9% rispetto al primo trimestre). L’agricoltura non cresce abbastanza, e il fatto che il secondo trimestre sia andato peggio del primo deve far riflettere. Servono adeguate misure per la crescita, finalizzate a migliorare la competitività di un settore che è troppo soggetto al mercato globale e alle tensioni dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che si riflettono sui costi di produzione».

Anche il presidente della Cia Giuseppe Politi ha notato che «ora l’agricoltura sta pagando pesantemente gli alti costi produttivi e contributivi, l’opprimente burocrazia e i prezzi all’origine che continuano a calare e non sono per nulla remunerativi. Una serie di fattori negativi che, di fatto, ha bloccato una ripresa che aveva cominciato a intravedersi dalla seconda metà del 2011. Così il valore aggiunto agricolo, nel secondo trimestre dell’anno, è diminuito dell’1,9% in termini congiunturali, mentre registra ancora un aumento in termini tendenziali, anche se con dimensioni più ridotte rispetto ai precedenti tre mesi quando segnò un incremento del 4,9%, risultando, rispetto all’industria e ai servizi, l’unico settore produttivo a crescere. Insomma, il settore primario dimostra di essere vitale, e continua a tenere nonostante la grave crisi: basta vedere i risultati ottenuti sul fronte dell’occupazione (cresciuta in agricoltura del 6%, in termini tendenziali, nel secondo trimestre). I problemi, tuttavia, cominciano a far sentire i loro negativi effetti. E per gli imprenditori agricoli è una continua corsa in salita. Se non s’interviene con efficaci misure, per le aziende ci sono pericolosi rischi».

Controcorrente è infine Coldiretti, che ignora il dato parziale e commenta: «L’agricoltura è l’unico settore in controtendenza nel 2012. Non ha significato considerare il dato congiunturale poiché l’agricoltura, come è noto, segue un andamento stagionale. Nonostante le difficoltà l’agricoltura si conferma dunque un settore anticiclico, come dimostra anche l’aumento delle assunzioni che crescono del 10,6% nel secondo trimestre, in netta controtendenza con l’andamento generale. Peraltro le aperture di nuove aziende agricole hanno superato leggermente le chiusure, con la presenza, nel secondo trimestre, di ben 824.516 aziende agricole registrate negli elenchi delle camere di commercio. Una ripresa che avviene dopo due anni di continue riduzioni.  L’Italia può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l’identità, il turismo, la cultura e il cibo che sono una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo».

Agrinotizie


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