Uva da tavola pugliese, assegnato l’Igp

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Si tratta dell\'ottavo riconoscimento di questa categoria alla regione

Via libera definitivo della Commissione Europea alla tutela comunitaria Igp (Indicazione Geografica Protetta) per l’uva da tavola pugliese. Si tratta della quarta Igp assegnata alla Puglia, stavolta all’uva da tavola delle varietà Italia, Regina, Victoria, Michele Palleri e Red Globe prodotta nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Taranto e Lecce al di sotto dei 330 metri sul livello del mare.  

«È un successo che ci riempie di soddisfazione – commenta il presidente di Coldiretti Puglia Pietro Salcuni – e ci fa ben sperare circa la programmazione futura e la promozione del comparto in Puglia, alle porte della campagna 2012 che si preannuncia ottima per quantità e qualità. Grande lo sforzo profuso dai nostri imprenditori per orientarsi su cultivar che per qualità fisiche e organolettiche riescono a soddisfare positivamente il mercato. Determinante sarebbe attuare iniziative anche pubblicitarie per aumentare il consumo di uva da tavola in Italia, attraverso la presenza capillare in tutti i punti vendita di prodotti ortofrutticoli e per tutto il periodo della produzione (giugno-dicembre), ciò anche attraverso la promozione del prodotto. La forbice tra i prezzi riconosciuti in campagna rispetto a quelli pagati dai consumatori finali è enorme».

La Puglia è il primo produttore in Italia di uva da tavola, con il 74% sulla produzione nazionale e, grazie all’enorme contributo pugliese, l’Italia è il primo produttore al mondo, con il 16% sulla produzione globale. «Nonostante la Puglia sia la maggiore produttrice di uva da tavola d’Italia – spiega Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Puglia – va denunciato l’enorme quantitativo di prodotto proveniente dall’estero, soprattutto da Turchia, Marocco e Grecia, che trova molto spazio sui banchi delle catene della grande distribuzione organizzata. Peraltro, essendo ormai gli ipermercati il veicolo maggiore di commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, sono determinanti nella formazione del prezzo del prodotto agricolo in campagna. Gli ipermercati propongono ai coltivatori e ai commercianti prezzi promozionali, da riproporre, in un secondo momento al consumatore finale, attraverso le famose offerte, grazie alle quali i grandi centri commerciali attirano la clientela».

Per questa ragione Coldiretti Puglia si è impegnata nella divulgazione degli studi del Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica del Politecnico di Bari condotti in campo agroalimentare, riguardanti la definizione dell’impronta digitale dell’uva da tavola pugliese mediante l’analisi metabolomica. I primi risultati tangibili di tali studi consentono la discriminazione delle uve in base alle varietà, all’origine geografica e alle tecniche agronomiche impiegate per la loro produzione. Ad esempio, l’impronta digitale con la risonanza magnetica è un potente strumento per distinguere un prodotto biologico da uno convenzionale.

Sempre più ricco il paniere pugliese dei prodotti d’eccellenza: 8 Dop al Pane di Altamura, al formaggio Canestrato pugliese, alle olive "Bella della Daunia" e agli oli "Collina di Brindisi", "Dauno", "Terra di Bari", "Terra d’Otranto" e "Terre Tarentine", 29 Doc e 6 Igt ai vini, e le Igp per le Clementine del Golfo di Taranto (riconoscimento nel settembre 2003) e il limone Femminello del Gargano (riconoscimento nel dicembre 2005), al Carciofo Brindisino (riconoscimento nel gennaio 2011), oltre ai 231 prodotti agroalimentari regionali riconosciuti "tradizionali" dal Ministero delle Politiche Agricole.

fonte: comunicato Coldiretti Puglia

Agrinotizie


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