Patente dei trattori, gli agricoltori non ci stanno

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Confai e Confagricoltura contro un provvedimento \"inutile e dannoso per le imprese agricole\"

Nel 2013 per guidare un comune trattore non basterà più la patente. Un provvedimento concordato in conferenza Stato-Regioni per attuare il decreto 81/2008 sulla sicurezza nel lavoro impone infatti l’ottenimento di una specifica abilitazione per guidare i mezzi agricoli. Se i nuovi agricoltori dovranno seguire un corso e passare un esame per poter guidare trattori e affini, anche gli agricoltori con esperienza dovranno tornare all’autoscuola: a loro sarà infatti imposto un corso di aggiornamento di quattro ore. Dettaglio importante, infine, è che tutti gli operatori agricoli (anche quelli già abilitati) dovranno seguire un corso di aggiornamento di sette ore ogni cinque anni. E questo riguarda non solo i titolari di aziende agricole, ma qualsiasi loro dipendente e collaboratore familiare. Unica comodità è che la parte teorica del corso potrà essere seguita via internet.

Il provvedimento serve a combattere i numerosi incidenti su trattore, ma alla categoria agricola non è piaciuto. Un recente comunicato di Confai ha stimato che questo provvedimento costerà dai due ai quattromila euro per ogni azienda agricola, e ieri anche Confagricoltura si è espressa contro la patente per il trattore: «Si tratta di una disposizione inutile e penalizzante per la maggior parte delle imprese agricole», ha detto Roberto Poggioni, presidente delle imprese familiari di Confagricoltura. «Gli autonomi, oltre all’esperienza pluriennale, hanno maturato professionalità e senso di responsabilità che meritano una particolare considerazione. Ho scritto al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani per invitarlo a rivedere questo accordo: sottoporsi a corsi formativi e di aggiornamento e a esercitazioni pratiche è un inutile aggravio per chi è quotidianamente in esercizio con i più comuni mezzi agricoli: perché non chiedere, come per la patente di guida, una semplice visita medica? Le imprese di Confagricoltura sono sensibili al tema della sicurezza sul lavoro e della prevenzione in agricoltura e ritengono necessario contrastare ogni forma di illegalità e di pericolosità al fine di ridurre il tasso d’infortuni del settore, ma c’è la possibilità di individuare una soluzione normativa più adeguata che semplifichi la materia, prevedendo per i lavoratori autonomi agricoli con esperienza l’esenzione dai corsi d’aggiornamento e per i dipendenti, stagionali e a tempo determinato, una qualifica abilitativa antecedente all’esercizio della mansione».

Agrinotizie


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