Ai giovani agricoltori piace l’attività connessa

Le ricerche sulle aziende agricole condotte da imprenditori under 40 sono sempre giunte a conclusioni simili: le imprese agricole ‘giovani’ hanno una dimensione superiore alla media, più capitale fisso e un titolare dal grado di istruzione elevato. La tendenza all’innovazione, poi, è un caposaldo per i giovani agricoltori al capo di un’impresa in Italia, ma una recente ricerca della Rete rurale nazionale ha fatto emergere un’ulteriore caratteristica: i giovani agricoltori sono molto attratti dalla multifunzionalità, ovvero all’attuazione di modelli aziendali non tradizionali e orientati verso l’attenzione all’ambiente, la produzione di energia pulita, le fattorie didattiche e gli agriturismi. Tutte quelle attività, insomma, non direttamente agricole ma connesse strettamente al settore primario.

La ricerca della Rete rurale (disponibile su www.reterurale.it) parla chiaro: gli imprenditori agricoli under 40 sono più propensi ad adottare le attività connesse (17,2% contro il 7,2% degli over 40) e multifunzionali (23% contro 13%) e più attenti all’ambiente in cui vivono; danno poi maggiore importanza all’istruzione scolastica e ai nuovi sistemi di comunicazione.

Questi dati non sono solo il riflesso delle tendenze contemporanee, ma hanno anche delle spiegazioni più pratiche: innanzitutto, l’adozione di attività connesse facilita la disponibilità di fondi governativi, e dunque attrae i giovani agricoltori; e in secondo luogo le attività connesse vengono viste come un semplice stimolo aziendale, poiché Rete rurale ha rilevato che la quasi totalità dei giovani agricoltori italiani non ritiene di poter mandare avanti la propria impresa agricola occupandosi esclusivamente di attività connesse. Ma queste rimangono comunque molto adottate: quelle più in voga per i giovani agricoltori, secondo Rete rurale, sono la vendita diretta (18% delle aziende), le produzioni fresche (7,8%) e l’agriturismo (7,2%).