Agricoltura, a rischio la ricerca italiana

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Con lo smantellamento della Metapontum Agrobios, uno dei maggiori centri di ricerca di genetica agricola nel mondo, i nostri governanti dimostrano una completa cecità.

Ma la nostra classe politica è in grado di ragionare, o pensa solo a tagliare indiscriminatamente per sanare il debito pubblico? Certe domande sorgono spontanee quando si viene a sapere di storie come quella che ha colpito Metapontum Agrobios, la più importante realtà privata italiana per la ricerca biotecnologica applicata alle piante, che oggi rischia di scomparire dopo 25 anni di successi.

Sin dalla sua nascita avvenuta nel 1980, la Metapontum Agrobios ha creato una struttura eccellente che ha ottenuto straordinari risultati nel migliorare i prodotti dell’agricoltura italiana e le tecniche di coltivazione. Il nome di questa società è presente nei più importanti progetti nazionali e internazionali di genetica e genomica di coltivazioni agricole, ma lo scorso la Regione Basilicata – unica azionista del centro di ricerca lucano – ha votato una legge che può cambiare radicalmente l’impianto societario e gli obiettivi della Metapontum (in senso negativo, s’intende).

Se le cose rimarranno così come sono, la società Agrobios verrà supportata fino al 30 giugno 2012, ed entro tale data verrà pensata una ristrutturazione per avviare il centro di ricerca verso lo smantellamento. Il disastroso provvedimento della Regione Basilicata ha già reso necessaria la cassa integrazione per 53 ricercatori, ma la Società italiana di genetica agraria non intende piegarsi a questa decisione, e ha rivolto un appello al presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo affinché lo smantellamento venga revocato. Inoltre, la Metapontum Agrobios ha avviato una petizione che ha già superato le tremila firme, e che chiunque può sottoscrivere a questo link: www.agrobios.it/petizione/index.html.

Ancora una volta, i rappresentanti politici regionali e nazionali dimostrano di voler risolvere la crisi economica tramite tagli indiscriminati, senza capire che per la crescita di un paese è invece necessario investire nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione. La scelta della Regione Basilicata rischia di far scomparire uno dei pochi centri di eccellenza rimasti in Italia: andando avanti di questo passo, il nostro paese non potrà che muoversi verso il fallimento totale.

Agrinotizie


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