Raccolto di grano, previsioni al ribasso

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La FAO ha tagliato la sua stima di circa un milione di tonnellate.

di Sergio Pitzalis

I mercati agricoli di tutto il mondo sono monitorati da molte agenzie di analisi, ma il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (Usda), l’International Grain Council (Igc) e la FAO sono le tre più importanti, poiché spesso dalle loro rilevazioni si determina la tendenza principale dei prezzi dei cereali.

Dall’ultimo rapporto presentato dalla FAO emerge un taglio delle loro previsioni per il raccolto di grano 2015/2016 di circa 1 milione di tonnellate rispetto al mese scorso, a causa di una possibile riduzione negli stati del Sud America. La produzione mondiale rimane però stabile sui 735 milioni di tonnellate, così come le scorte a livello globale fissate sui 207 milioni di tonnellate. Tra l’altro, questo dato rappresenta il più alto dalla stagione 2001/2002.

Il ruolo delle scorte complessive di frumento è sostenuto principalmente dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. Inoltre, sempre dagli studi della FAO, si legge come le condizioni nell’emisfero settentrionale siano generalmente favorevoli in questa prima fase della stagione. In Europa, poi, le condizioni climatiche più stabili e migliori hanno incrementato l’andamento del raccolto in corso.

Anche in Russia e Ucraina le condizioni sono notevolmente migliorate, pur destando una lieve preoccupazione per il grano invernale nelle regioni meridionali e orientali, a causa della persistenza della siccità. Tuttavia, le condizioni rimangono buone in tutto il resto del paese. Nel complesso, quindi, le attese sulla qualità dei due colossi del Mar Nero rimangono ottime, nonostante le semine invernali siano viste in diminuzione di circa il 10% rispetto alle attese. Ricordiamo infine che in Russia i cereali invernali hanno raggiunto il 95% delle previsioni fissate dal Ministero dell’agricoltura.

Tra l’altro, la vicenda tra Russia e Turchia sull’aereo Mig abbattuto gioca politicamente un ruolo importante per gli scambi commerciali tra i due paesi. Fonti russe affermano tuttavia che le sanzioni contro la Turchia non saranno estese ai cereali (ricordiamo come lo scorso anno la Turchia abbia acquistato circa 7 milioni di tonnellate dalla Russia, ponendosi tra i primi acquirenti).

Nonostante le rassicurazioni del governo russo, al momento dell’incidente il prezzo del grano del Mar d’Azov è sceso di 5 dollari alla tonnellata su base FOB. Tra l’altro, alla Turchia sono arrivate offerte di grano da molti paesi sia dell’Europa sia dagli Stati Uniti, con l’obiettivo di cogliere al volo la ghiotta opportunità creatasi.

Infine, negli scorsi giorni si è concluso a Parigi un importante summit per cercare un accordo sulle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Le variazioni climatiche della terra stanno sempre più preoccupando gli studiosi di tutto il mondo: certo è che tutte le paure espresse finora, paradossalmente, non trovano un riscontro diretto e soprattutto immediato sul fronte delle materie prime agricole. I raccolti complessivamente sono sui massimi ormai da anni (vedi grafico qui sotto) e le previsioni stanno confermando tale andamento anche per la stagione 2015/2016. Una delle difficoltà di trovare un’intesa comune tra tutti i partecipanti forse è stata anche questa, ovvero che la disponibilità di materie prime agricole mondiale non è ancora un problema legato direttamente alle variazioni climatiche. Almeno per ora.

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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

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