Mipaaf, si dimette il ministro De Girolamo

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Al dicastero delle politiche agricole si sono succeduti sei ministri in otto anni. Questo non fa bene all\'agricoltura italiana.

Il ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo si è dimesso dal suo incarico. Lo ha annunciato quest’oggi, diramando una breve nota: «Mi dimetto da ministro. L’ho deciso per la mia dignità: è la cosa più importante che ho e la voglio salvaguardare a qualunque costo. Ho deciso di lasciare un ministero e di lasciare un governo, perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare, perché era suo dovere prima morale e poi politico. Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità».

La decisione di Nunzia De Girolamo è una conseguenza delle intercettazioni e delle polemiche emerse nelle scorse settimane (vedi notizia precedente): ai tempi in cui era deputata, l’ormai ex ministro, oltre a essersi espressa in maniera "poco elegante", è stata accusata di presunti favoritismi nella nomina di dirigenti all’Asl di Benevento. Con le sue dimissioni, la De Girolamo ha lamentato di non essere stata adeguatamente difesa dal governo Letta.

Ma al di là della vicenda personale, ciò che sconcerta è l’ennesimo ministro dell’agricoltura ad abbandonare precocemente la sua carica. È dal 2006 che il Mipaaf non riesce a contare su una guida duratura e stabile. Dal 2006 al 2013, cioè in otto anni, l’Italia ha avuto sei ministri dell’agricoltura. Dopo la lunga esperienza di Giovanni Alemanno dal 2001 al 2006, si sono succeduti al dicastero delle politiche agricole ben quattro ministri durante il governo Berlusconi IV: Paolo De Castro (2006-2008, poi presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo), Luca Zaia (2008-2010, poi eletto presidente della Regione Veneto), Giancarlo Galan (2010-2011, poi passato al ministero delle attività culturali lasciato vacante dal dimissionario Sandro Bondi), Francesco Saverio Romano (marzo-novembre 2011, fino alla caduta del governo Berlusconi).

Il governo Monti ha poi visto ricoprire la carica di ministro dell’agricoltura da Mario Catania (2011-2013); e infine, con il nuovo governo di Letta, la nomina lo scorso aprile è andata a Nunzia De Girolamo, durata questi pochi mesi. Lo stesso è accaduto prima dell’esperienza di Alemanno, preceduto da tanti altri ministri durati pochi mesi, che fanno alzare il conto a tredici ministri in vent’anni.

Queste cariche così brevi e traballanti non fanno bene all’agricoltura italiana, che avrebbe bisogno di essere amministrata con più sicurezza e tramite riforme strutturali e a lungo termine. Che però nessun ministro ha avuto finora il tempo di studiare.

Agrinotizie


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