Cereali, grano in ribasso e mais in rialzo

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Il mercato Usa si trascina i prezzi dei cereali europei, con il grano americano che riacquista attenzione a dispetto del francese

di Sergio Pitzalis

Erano attesi con molto interesse i dati ufficiali da parte del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti; e in effetti non sono mancate le sorprese.

Mercato internazionale

Diciamo subito che per gli operatori internazionali questi report sono sempre delicati, poiché fotografano non solo l’andamento del mercato agricolo americano, ma addirittura mondiale, fornendo indicazioni su come si stiano muovendo i prodotti a marchio Usa nel mondo.

Tra tutti i dati, il più importante è quello legato alle scorte dei prodotti, perché dà l’idea del reale consumo sul mercato. Un indicatore complesso e non sempre semplice da trovare, a differenza di dati come le esportazioni e la produzione dove ci sono elementi di maggiore certezza. Ebbene, le previsioni sia sul mais sia sul grano sono state battute non solo sulle scorte, ma anche sulla produzione 2013/2014. A differenza delle attese, ha sorpreso il dato sul mais, in calo su produzione, resa per acro e soprattutto per scorte finali. Il risultato è stata una chiusura del mais alla borsa di Chicago a 4 dollari e 31 cent sul contratto di marzo 2014, in aumento del 4%, al contrario del grano tenero in calo del 4% sul contratto consegna marzo 2014.

In ogni modo, così sono andate le cose:

  • Scorte di mais negli Usa a 1,63 milioni di bushel contro un dato atteso a 1,86 milioni di bushel.
  • Produzione di mais negli Usa a 13,925 milioni di bushel contro un dato atteso a 14 milioni di bushel.
  • Resa per acro di mais negli Usa prevista in calo, così come le scorte finali a livello mondiale.

Di segno opposto i dati sul grano Usa, dove le cose sono andate così:

  • Scorte di grano negli Usa a 608 milioni di bushel contro un dato atteso a 557 milioni di bushel.
  • Produzione di mais negli Usa a 1.492 milioni di bushel contro un dato atteso a 1.400 milioni di bushel

Mercato europeo

E in Europa come sono stati presi questi dati? L’impatto qui da noi è stato meno traumatico, in quanto il calo del prezzo del grano francese era già iniziato da alcuni giorni. Tutti i listini ufficiali hanno chiuso sulla tendenza dei mercati Usa: in calo il frumento, in rialzo il mais. Qui, però, per capire bene cosa sia successo dobbiamo andare oltre i dati di venerdì.

Il prezzo del Milling Wheat francese era da settembre in controtendenza con il prezzo del Wheat Usa. Abbiamo già avuto modo di porre l’accento sulla cosa, in quanto non usuale. Forte di esportazioni sempre più consistenti, i prezzi dei cereali francesi erano saliti sui massimi di periodo, staccandosi dalla debolezza dei cereali Usa. Il problema però nasce sul lungo termine, quando i prezzi dei prodotti agricoli americani scendono a livelli competitivi. È inevitabile che i buyers internazionali tornino a guardare con interesse il mercato americano.

Erano in molti a chiedersi quanto potessero durare i prezzi dei cereali francesi così alti rispetto alle offerte Usa. In effetti, il movimento di ribasso del future sul Milling Wheat era iniziato da alcuni giorni. Questo comportamento dei prezzi sui mercati a termine mostra come la tendenza di fondo sia ancora nelle mani degli agricoltori americani, sia in termini di organizzazione, sia di qualità dei loro prodotti.

Mercato italiano

Sul fronte interno, invece, è ancora stabile il prezzo del nostro grano tenero tipo n° 4 – buono mercantile – p.s. 76/77 kg/hl, c.e. 2%. Alla Borsa Merci di Bologna in quest’ultima settimana il prezzo per tonnellata è oscillato tra 207 e 212 euro la tonnellata.

Ancora in aumento il grano duro sulle principali borse italiane:

  • Borsa merci di Bologna. L’oscillazione settimanale è stata tra 254 e 258 euro/tonnellata per la qualità Nord – Buono Mercantile – rinfusa partenza p.s.76/77 kg/hl,c.e.1,5+1,5%, bianc.50/60%, volp.12%, prot. 12% (produzione nazionale 2013).
  • Borsa merci di Foggia. L’oscillazione settimanale è stata tra 260 a 265 euro/tonnellata per la qualità Buono Mercantile (peso min. kg. 78 per hl; umidità 12%; spezzati max 6%; farinosi 1-2%; bianconati dal 26% al 35%; nulli 0,50%; volpati, max 4%; contenuto proteico min. 11,5%).
  • Borsa di Milano (contratto consegna marzo 2014). L’ultimo prezzo trattato è stato di 267 euro per contratto. Trattasi del nuovo strumento a termine sul grano duro, emesso dalla borsa di Milano ma con volumi ancora non sufficienti per decretarne una propria autonomia.

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Sergio Pitzalis è titolare della Gsa (Gann Systems Analysis), che da oltre 10 anni opera sui mercati finanziari e sulle principali borse merci internazionali per offrire un supporto alle aziende agricole. Ogni lunedì cura su Agrinotizie una rubrica in cui analizza il mercato internazionale e italiano dei cereali. Pitzalis offre inoltre delle analisi approfondite sulle tendenze internazionali del mercato dei cereali. Clicca qui per maggiori informazioni o scrivici per contattare Sergio Pitzalis.

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