Colture primaverili, forti ritardi in tutta Europa

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Piselli, spinaci, carote, broccoli e fagiolini sono in difficoltà in tutto il continente a causa di freddo e pioggia eccessiva

Le colture vegetali sono in ritardo in tutta Europa. Lo comunica Profel, l’associazione europea delle industrie di confezionamento e conservazione dei vegetali, che è molto preoccupata per l’attuale andamento delle colture primaverili: la pioggia eccessiva nel sud del continente, le fredde temperature e l’arrivo in ritardo della primavera al nord hanno portato le verdure a maturare molto in ritardo e, di conseguenza, hanno accorciato la stagione di fornitura.

Tutte le più importanti aree di produzione in Europa dovranno fronteggiare forti ritardi, e si attendono carenze per un certo numero di colture vegetali, analizzate singolarmente da Profel:

  • Piselli: nel sud della Spagna, in Portogallo e in Ungheria la produzione di piselli è stata particolarmente colpita e la carenza era già attesa. Il nord-ovest dell’Europa ha da due a tre settimane di ritardo.
  • Spinaci invernali: Belgio, Francia, Paesi Bassi e Germania hanno registrato circa 25 giorni di ritardo nel raccolto. A causa delle forti piogge, la Spagna ha perso circa il 60% della produzione.
  • Spinaci primaverili: la maturazione è in ritardo di tre settimane.
  • Carote baby: Olanda, Belgio e Francia riportano di ritardi nelle colture estive.
  • Broccoli: Portogallo e Spagna segnalano carenze importanti a causa delle forti piogge, mentre la Polonia è in ritardo di due settimane a causa del freddo primaverile.
  • Fagiolini: la raccolta di fagiolini sarà ritardata soprattutto per i produttori del nord Europa, che li coltivano come secondo raccolto dopo i primi piselli. La tarda primavera e la stagione accorciata gettano incertezza sui volumi disponibili, soprattutto alla luce delle attuali scorte, basse, che fanno seguito a un raccolto che l’anno scorso è stato inferiore alle aspettative.

Le cifre finali relative alla produzione del 2012 sono state recentemente confermate a livello europeo, con una riduzione del 3-5%, rispetto all’anno precedente, nei volumi di ortaggi trasformati nei principali paesi produttori.

Agrinotizie


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