Batteriosi del pesco: diagnosi e difesa

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Come riconoscere i patogeni che provocano questa temibile malattia, e come provare a combatterli.

Attualmente, in Italia, sono presenti due batteri patogeni molto pericolosi per il pesco e le nettarine: si tratta dello Xanthomonas arboricola pv. pruni e dello Pseudomonas syringae pv. syringae. Il primo è il più dannoso per la gravità e la frequenza delle sue infezioni, mentre il secondo viene segnalato solo sporadicamente. Iniziamo dunque la nostra analisi dal più pericoloso.

Xanthomonas arboricola pv. pruni

Lo Xanthomonas arboricola pv. pruni è un batterio presente nella lista A2 dell’Eppo (Organizzazione europea per la protezione delle piante), ed è la causa della maculatura batterica delle drupacee. Tre sono i principali paesi europei in cui questo batterio è molto diffuso e pericoloso: in Francia lo Xanthomonas colpisce pesco e nettarine, in Spagna pesco, susino cino-giapponese e mandorlo, e in Italia pesco e susino cino-giapponese.

Nel nostro paese lo Xanthomonas è presente da oltre cinquant’anni, soprattutto in Romagna e Veneto, le due regioni più danneggiate economicamente a causa delle lesioni provocate sulla frutta. Ma anche in Piemonte, Lazio e Friuli il batterio delle pesche non viene mai sottovalutato: non è un caso che le regioni più colpite siano anche le più piovose e umide della penisola.

I primi sintomi dello Xanthomonas si notano sulle foglie basali a primavera inoltrata: se queste sono caratterizzate da tacche nerastre a contorno poligonale e circondate da alone clorotico (foto 1), allora l’attacco è avvenuto. Dapprima le necrosi tendono a disporsi lungo le nervature della foglia, e successivamente quest’ultima ingiallisce e cade. I frutti, invece, vengono inizialmente colpiti da piccole lesioni superficiali di colore nero e dal contorno irregolare, e in un secondo momento tali lesioni si ingrandiscono e si approfondiscono, cominciando anch’esse ad essere contornate da alone clorotico (foto 2). I frutti colpiti non cadono, ma perdono completamente il loro valore commerciale.

Lo Xanthomonas arboricola colonizza le gemme in primavera e in estate, e vi risiede durante l’inverno: è da esse che parte il ciclo della malattia sulle foglie. La colonizzazione più avvenire anche tramite le cicatrici fogliari che si creano dopo la caduta delle foglie: da queste il batterio penetra dentro la pianta, sfruttando la pioggia. E’ infatti importante sottolineare che i sintomi compaiono solo sopo 48 ore di temperatura superiore ai 24° centigradi e con umidità vicina al 100%, ovvero dopo i tipici acquazzoni estivi. Ma anche l’irrigazione soprachioma può contribuire alla diffusione del batterio. Un ulteriore elemento che l’agricoltore deve sapere è che lo Xanthomonas infetta maggiormente i pescheti dai suoli molto sabbiosi o molto argillosi.

Le varietà più suscettibili nel nostro paese sono indicate nella tabella seguente (fonte: L’informatore agrario 11/2011).

Molto suscettibili Rich Lady, Summer Rich, Red Valley, O’Henry, Elegant Lady, Flavorcrest, La Fayette
Suscettibili Fairtime, Crimson Lady, Lauree, Rome Star, Red Cal, Fairlane
Tolleranti Red Star, Saggitaria, Royal Gem, Maycrest, Maria Carla

 

Pseudomonas syringae pv. syringae

Batterio polifago (=che attacca varie specie arboree ed erbacee), lo Pseudomonas syiringae in Italia ha colpito raramente pesco e nettarine, ma in quei casi i danni sono sempre stati molto gravi: le tracce necrotiche dello Pseudomonas sono infatti molto più ampie di quelle dello Xanthomonas (foto 3), e i frutti possono anche arrivare a cadere o presentare aree clorotiche molto grandi. Gli studi sullo Pseudomonas sono così scarsi da non permettere ulteriori conoscenze adeguate sul ciclo vitale di questo batterio.

La difesa

La difesa dai due patogeni che provocano la batteriosi del pesco è ancora molto problematica: i prodotti sono carenti, e l’utilizzo del rame – finora l’arma migliore – è possibile solo in inverno (vedi regolamento Ue 365/2005), in quanto in estate e primavera la sua sostanza attiva, somministrata sotto forma di solfato, ossicloruro o idrossido, provoca la caduta delle foglie.

Il rame va somministrato in autunno e in inverno, ovvero nei periodi di caduta delle foglie, per impedire che i batteri penetrino dalle cicatrici fogliari. E’ consigliabile effettuare due trattamenti, uno all’inizio e uno a metà del periodo di caduta delle foglie, utilizzando i prodotti tradizionali con una dose di 150 g/hl di rame metallo, e ripetendo il trattamento durante l’ingrossatura delle gemme, ma con 100 g/hl. Inoltre, è consigliata la somministrazione anche prima e subito dopo le gelate e le grandinate, che sono eventi atmosferici in grado di provocare ferite ai rami: in questo caso le dosi sono di 150-200 g/hl di rame metallo.

Infine, la lotta biologica è una buona arma che può spalleggiare il contrasto alla batteriosi del pesco: in questo caso, il Bacillus subtilis è il migliore rimedio per contenere la maculatura provocata dal batterio.

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