Con il mais ogm un guadagno di 132 euro/ha

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I risultati di una ricerca presentata lunedì a Roma da Futuragra

La coltivazione di mais Bt, rispetto al mais tradizionale, consentirebbe un incremento del margine lordo delle aziende agricole italiane di 132 euro per ettaro, garantendo rese più elevate e capaci di coprire i costi aggiuntivi. Questo lo scenario emerso dalla ricerca presentata lunedì a Roma in occasione del convegno "Biotecnologie: quanto costa non decidere", promosso da Futuragra in collaborazione con Libertiamo.

La ricerca ha valutato i possibili effetti economici derivanti della coltivazione di mais Bt in venti aziende agricole in Spagna, Germania e Italia. Lo studio comparativo, condotto da un’équipe di quattro ricercatori europei (Thomas Venus, Raquel Casadamon, Claudio Soregaroli e Justus Wesseler), ha preso in esame tre Paesi: la Spagna, l’unico dei tre in cui nel 2010 è stato possibile coltivare mais Bt; la Germania, dove tale coltivazione era autorizzata fino al 2009; e l’Italia, dove la coltivazione in pieno campo di Ogm non è mai stata autorizzata.

Alle condizioni colturali e di mercato del 2010, i risultati della ricerca indicano un incremento del margine lordo più elevato per la coltivazione di mais Bt da granella nelle aziende spagnole (185 euro/ha), seguite dalle aziende italiane (132 euro/ha) e da quelle tedesche (66 euro/ha). Il punto di pareggio per la coltivazione di mais Bt da granella si raggiunge con un aumento medio della resa pari all’1,5% per le aziende spagnole, al 2,8% in Italia e al 3,3% in Germania.

“Questi valori – si legge nello studio – sembrano indicare come nel 2010 per le aziende del campione il vantaggio economico nella coltivazione del mais Bt fosse relativamente facile da raggiungere, considerando che la soglia del breakeven è ben al di sotto dell’incremento di resa atteso offerto dal mais Bt rispetto a quello tradizionale” pari all’8,7% (il dato più prudente tra quelli presenti in letteratura).

La ricerca consisteva in un caso di studio sviluppato con l’obiettivo di valutare i possibili effetti economici derivanti della coltivazione di mais Bt su un gruppo selezionato di venti aziende agricole europee. A tal fine, sono state selezionate cinque aziende agricole spagnole, cinque italiane e dieci tedesche. Il campione di aziende è stato strutturato in modo da rendere il più possibile comparabili i risultati tra aziende e nazioni. Tra i criteri di scelta, tutte le aziende coinvolte dovevano aver coltivato nel 2010 mais da granella e/o da trinciato e dovevano aver avuto problemi nel controllo della piralide. Inoltre tutte le aziende coinvolte coltivavano (Spagna), avevano coltivato in passato (Germania), o dichiaravano di essere propense alla coltivazione (Italia) di mais Bt.

Le regioni in cui si trovano le aziende coinvolte sono Aragona in Spagna; Brandeburgo, Sassonia, Turingia e Baviera in Germania e Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia in Italia. Il metodo di analisi si basa sulla rilevazione del valore della produzione di mais (euro/ha) e del relativo costo variabile di produzione, ovvero il costo diretto ad ettaro imputabile alla specifica coltivazione di mais. La differenza tra i due valori fornisce il margine lordo di coltivazione. I dati sono stati raccolti nel maggio 2011 tramite un’intervista personale al responsabile dell’azienda basata su un questionario strutturato.

Fonte: comunicato stampa Futuragra

Agrinotizie


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