Batteriosi del kiwi, Emilia Romagna all’avanguardia

Batteriosi del kiwi, Emilia Romagna all'avanguardia - Immagine
Presentato ieri il progetto regionale che si distingue per le sue ampie vedute e le competenze dei soggetti coinvolti

Quello presentato ieri all’azienda agricola Valmigli di Faenza (Ravenna) è forse il primo importante progetto italiano che si occupa adeguatamente della batteriosi dell’actinidia, un’epidemia che ha sconvolto gli agricoltori di tutto il mondo. Infatti, il progetto in questione, finanziato dalla Regione Emilia Romagna e coordinato dal Crpv di Cesena, ha ricevuto il consenso di tutti gli agricoltori e delle loro associazioni.

Ma vediamo di cosa si tratta. Lo ha spiegato ieri, durante l’incontro, il presidente del Crpv Giampiero Reggidori: «Il progetto è coordinato da Raffaele Testolin, docente dell’Università di Udine, ha durata biennale e prevede cinque distinti percorsi. Innanzitutto gli studi epidemiologici, essenziali per conoscere meglio i siti di penetrazione dello Pseudomonas Syringae pv. Actinidiae (Psa), la loro importanza per il ciclo della malattia e il movimento interno del batterio. In secondo luogo, verrà studiata l’influenza delle diverse pratiche agronomiche sull’insorgenza della malattia e sulla sua virulenza, in modo da individuare le tecniche migliori per impedire la diffusione del Psa. Successivamente verranno messe in atto l’azione curativa vera e propria, la definizione di tecniche vivaistiche per la conservazione del materiale di propagazione, e infine la valutazione degli aspetti economici legati all’abbattimento degli impianti e alla perdita di prodotto».

Durante l’incontro è intervenuto anche il coordinatore Testolin, che si è rammaricato per il blocco delle frontiere cinesi, «che impedisce di importare il materiale genetico indispensabile per la costituzione di nuove varietà che potrebbero resistere al Psa». L’assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni, invece, si è felicitato di un progetto «che copre una carenza nazionale ultraventennale e che coinvolge venti enti sostenitori. Per questo auspico che il progetto riesca a coinvolgere altre regioni, fino a diventare di respiro nazionale». L’Emilia Romagna è sempre stata all’avanguardia nella lotta contro la batteriosi del kiwi: grazie ai suoi tempestivi interventi di prevenzione, è riuscita a limitare i danni a 12 ettari espiantati sui 4000 coltivati a kiwi. E ha stanziato un milione di euro per risarcire gli agricoltori che hanno dovuto eradicare i propri impianti.

Agrinotizie


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