Caldo e maltempo, e l’agricoltura soffre

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Il meteo anomalo ha fortemente influenzato le produzioni di uva, pomodoro, castagne, funghi e tartufi.

Il tempo ballerino ha inflitto seri danni al settore agricolo, prima con un caldo torrido inaspettato a settembre, e poi con il maltempo che ha colpito l’Italia in questi ultimi giorni. Ma andiamo con ordine. Il caldo ha infatti non solo anticipato la maturazione delle uve e dunque la vendemmia, iniziata con due settimane di anticipo, ma ha anche mandato in tilt i frutti tipicamente autunnali come i funghi, i tartufi e le castagne. Se queste ultime sono già reperibili proprio grazie al caldo di fine estate che ne ha anticipato la crescita, funghi e tartufi risultavano introvabili fino a pochi giorni fa a causa della siccità.

Il gran caldo ha favorito la qualità di quei frutti maturati in anticipo – uva e castagne, appunto – ma ha fortemente penalizzato funghi e tartufi che necessitano di acqua per crescere. Le castagne, in particolare, quest’anno si preannunciano di ottima qualità, e questo è un bene per un paese situato al terzo posto della classifica mondiale dei produttori di castagne, con 34.160 imprese agricole dedite alla raccolta e alla produzione di questo frutto (un numero inferiore solo a quello di Cina e Corea).

Per quanto riguarda l’uva, invece, essa ha avuto lo stesso destino del pomodoro: più qualità grazie al caldo, ma minore quantità. La raccolta di pomodori italiani quest’anno raggiungerà appena i 45 quintali, con un calo del -20% rispetto all’anno precedente. Ma i sughi e le passate verranno particolarmente buoni. Per quanto riguarda l’uva, invece, di cui si è tanto parlato, essa è stata penalizzata ancora di più dal maltempo degli ultimi giorni, che in alcuni casi si è manifestato con della grandine, andando a rovinare una vendemmia già caratterizzata per delle stime che le attribuivano il minimo storico, con 42 milioni di ettolitri (-10% rispetto al 2010). Anche qui la qualità sarà ottimale grazie alle temperature di fine estate, ma la pecca è che la Francia, con i suoi 49 milioni di ettolitri, si riprenderà il record mondiale che l’Italia le ha strappato l’anno scorso.

Agrinotizie


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