Prezzo del mais quasi al massimo storico

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Le speculazioni di borsa sono state un beneficio per gli agricoltori, ma un danno per gli allevatori.

Dall’ultima chiusura settimanale del Chicago Board of Trade è spiccata una quotazione importante: il mais in consegna a dicembre ha oltrepassato il valore di 7,25 dollari per bushel, pari a circa 19 centesimi di euro al chilo. I più attenti si saranno già accordi che tale quotazione equivale al doppio di quella registrata dodici mesi fa: una corsa al rialzo che può essere paragonata a quella dell’oro.

Dall’inizio del 2011 la corsa dei prezzi del mais ha continuato a salire senza essere interrotta, e i valori sono attualmente arrivati a sfiorare il massimo storico. Il motivo è presto detto: l’aumento del valore è stato provocato dal ridimensionamento delle coltivazioni statunitensi, dal quale sono partite numerose speculazioni, che hanno causato non poche difficoltà. Il mais, infatti, è tra gli alimenti principali sottoposti agli animali da allevamento, e le elevate quotazioni fanno schizzare alle stelle i costi di produzione di latte e carne.

E’ anche vero, però, che sia nell’estate 2009 che in quella 2010 il mais aveva una quotazione tale da non coprire nemmeno i costi di produzione. L’aumento è stato dunque benefico per gli agricoltori, che infatti hanno cercato di sfruttare l’onda e di dedicarsi al mais. In Italia, l’Istat stima un aumento del 6% delle superfici con questo tipo di coltivazione.

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