Energia dalle olive, l’Italia ci prova

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Un accordo tra Assoelettrica e Interprofessione dell\'Olio d\'Oliva punta al ricavo di energia termoelettrica dagli scarti della spremitura delle olive.

Con la tecnologia di cui siamo dotati al giorno d’oggi, si riesce a ricavare energia da ogni tipo di fonte naturale. E così, dopo la scoperta della maniera di ricavare bioetanolo dalla canna comune, ora è il momento dell’energia termica ed elettrica dalle olive. Se verrà sviluppata adeguatamente, questa nuova tecnica potrebbe alimentare ulteriori guadagni per i produttori di olio, che nel nostro paese sono molto numerosi. Ma, per adesso, esistono solo delle nobili intenzioni.

A far sperare gli olivicoltori è infatti un semplice accordo tra Assoelettrica, associazione che riunisce i produttori di energia elettrica, e Interprofessione dell’Olio d’Oliva, di cui invece fanno parte Cia, Confagricoltura, Unasco, Copagri, Cno, Aipo, Legacoop Agroalimentare, Federolio, Associazione Frantoiani d’Italia, Assitol e Agci-Agrital. L’accordo prevede appunto di favorire lo sviluppo del business dell’energia ricavata dalla sansa di olive, ovvero dagli scarti di buccia, polpa e nocciolo che rimangono dopo la spremitura.

La sansa di olive, secondo Assoelettrica e IOO, sarebbe potenzialmente una grande fonte di energia non solo elettrica, ma anche termica, e tutto ciò, se studiato e messo in pratica adeguatamente, potrebbe rilanciare l’intera filiera olivicola italiana, con notevoli guadagni per tutto il settore primario.

Agrinotizie


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