Continua la crisi del Pecorino Romano

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Se i formaggi bovini continuano a salire di valore, per il Pecorino Romano la situazione è drastica sia sul mercato italiano che su quello estero.

Il mercato italiano del formaggio si trova in una fase di profonda spaccatura: da una parte ci sono i derivati del latte bovino, che stanno conoscendo una crescita senza precedenti (burro +50%, Grana +30%, Asiago, Provolone e Gorgonzola +10-20% di quotazione nel primo bimestre 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010), mentre dall’altra ci sono i pecorini e i caprini, il cui mercato si trova in una fase profondamente negativa, senza nemmeno riuscire a cavalcare l’onda dei formaggi vaccini.

Il declino del Pecorino Romano, in particolare, consiste in un sofferto percorso che si trascina dallo scorso anno, che ha visto le quotazioni scendere del -8,5% da gennaio ad agosto. Solamente il mese di settembre ha conosciuto un primo, debole segnale di ripresa (+0,6%), ma in seguito è proseguita l’ondata negativa che ha portato a chiudere il primo bimestre del 2011 con un drastico -8,3% rispetto allo stesso periodo del 2010. In una fase di lungo stallo si trovano invece gli altri pecorini locali e le caciotte, che tra il 2010 e il 2011 hanno subìto minime variazioni al ribasso, mentre l’unica ad essersi salvata tra i formaggi pecorini e caprini è la ricotta, aumentata del 14% di valore tra il primo e il secondo semestre 2010.

Attenzione, però: le previsioni relative ai prossimi mesi parlano di un calo della domanda interna di ricotta, caciotte e Pecorino Romano. Intuire l’andamento del mercato a breve termine risulta quindi ancora impossibile. Per il momento, dunque, ci limiteremo ad osservare il presente, scoprendo che i formaggi ovicaprini sono molto deboli anche nelle esportazioni, che negli ultimi cinque anni si sono ridotte del 30%, passando da 21.600 tonnellate esportate nel 2005 a 16.300 nel 2009. E il 2010 non è andato meglio: nei primi undici mesi c’è stata un’ulteriore perdita del -5%.

Anche nell’export è il Pecorino Romano ad essere nella situazione peggiore: dopo che, nel 2008, l’ingente calo di esportazioni (-10,7% rispetto al 2007) era stato compensato dall’aumento del suo prezzo (+12,2%), dovuto al favorevole cambio euro-dollaro, quest’anno la situazione si è invertita, determinando la crisi nera di questo prodotto anche nel mercato estero. Così, il valore del Pecorino Romano fuori dall’Italia lo scorso anno è sceso di ben il 7,5%.

N.B. Tutti i dati sui prezzi provengono da indagini Ismea.

Agrinotizie


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