L’Europa non crede negli ogm. L’America si’.

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L\'ultimo rapporto dell\'Isaaa evidenzia il calo degli ettari coltivati a ogm, tecnologia nella quale credono solo gli Usa e i paesi in via di sviluppo.

L’inizio della coltivazione degli ogm a scopi commerciali risale a quindici anni fa. In tutto questo tempo su tali prodotti si sono scatenate una miriade di polemiche (ultima, due giorni fa, quella sul latte di mucca da destinare ai neonati). Ma, a quanto pare, non ha avuto altrettanto successo la loro coltivazione: a dirlo è addirittura un’associazione pro-ogm, l’Isaaa (International Service for the Acquisition of Agribiotech Applications), che ogni anno pubblica dei dossier sul biotech giudicati attendibili anche da chi è contrario a questa tecnologia.

L’ultimo rapporto dell’Isaaa, appunto, ha evidenziato come la superficie mondiale coltivata a ogm nel 2010 sia cresciuta del 10%: una percentuale che ha deluso le aspettative dei più ottimisti, e che comunque non riassume in maniera efficace l’andamento nei vari continenti del mondo. Se l’America, infatti, rimane il paese leader per la coltivazione degli organismi geneticamente modificati, grazie ai 66,8 milioni di ettari ai quali seguono i 25,4 milioni di un Brasile in straordinaria crescita (+19% in un anno), lo stesso non può dirsi per l’Europa, che dopo il calo del -12% registrato nel 2009 ha fatto segnare un -3% nel 2010.

Gli ettari coltivati a ogm in Europa sono solo 91 mila, quasi tutti a mais e quasi tutti in Spagna. In quest’ultimo paese, tuttavia, se la percentuale totale delle superfici coltivate si è abbassata, quella dei soli ogm è rimasta stabile: un dato che evidenzia come questo Stato creda più degli altri in questo tipo di coltivazioni, praticamente vietate nella maggior parte dell’Europa, il che spiega l’esiguo numero di ettari a loro destinati.

A credere molto di più negli ogm sono invece i paesi in via di sviluppo: dietro al già citato Brasile, che grazie al suo grande aumento di ettari si è piazzato al secondo posto della classifica mondiale, sono infatti presenti paesi come Argentina, India e Cina. Le coltivazioni ogm di Sud America e Asia costituiscono la metà del totale mondiale: una dimostrazione di quanto questa economia sia utile a tutti i paesi in via di sviluppo. E’ in particolare la soia ad essere il prodotto ogm più coltivato, con il suo 50% del totale delle superfici coltivate a ogm (70% in Brasile), seguita da mais (30%) e cotone (14%). 

Agrinotizie


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