“From seed to pasta” per il grano italiano

"From seed to pasta" per il grano italiano - Immagine
Un ampio progetto coordinato dalla Produttori Sementi vuole incrementare la qualità del frumento duro italiano.

Quando un progetto ottiene la migliore valutazione complessiva ad un bando dell’Ager, l’organismo di collaborazione finanziaria fra tredici fondazioni bancarie italiane, i presupposti non possono che essere dei migliori. Impossibile rinunciare, allora, a portare a termine "From seed to pasta – Filiera di ricerca integrata per la produzione di grano duro di alta qualità", un progetto tutto emiliano del costo di oltre sei milioni di euro.

Lo scopo, come suggerisce il nome del progetto, è quello di studiare nuove tecniche che contribuiscano a rendere il grano duro un prodotto di alto valore qualitativo non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche da quello tecnologico. Il grano duro, infatti, è tra i più importanti prodotti del settore agroalimentare italiano, perciò apportarne delle migliorie non potrà che fare del bene all’intero paese, e soprattutto potrà far tornare alla ribalta la pasta nazionale, oggi sempre più schiacciata da alimenti ricavati da altri prodotti, e preferiti dai consumatori.

La coordinazione del progetto è nelle mani della società "Produttori Sementi" di Bologna, che ha però coinvolto numerose altre istituzioni, tra le quali varie Università ed altri enti italiani e non, in modo da tenere conto delle esigenze di produttori, industriali e consumatori, nonché dell’ambiente naturale. La strategia del progetto, partito nel 2009, è molto complessa (se ne può osservare una semplificazione nello schema in alto): una prima fase, quella genetica, consiste nella ricerca biotecnologica non ogm, in modo da potenziare gli strumenti e i metodi per la selezione del grano, che avverrà tramite marcatori molecolari Mas (Marker assisted selection), una tecnologia già usata in molte colture, ma mai prima d’ora nel grano duro.

Questo ambito di ricerca, così come quello agronomico, vedrà la partecipazione dell’ente messicano CIMMYT (International maize and wheat improvement center). Il secondo ambito, appunto, ha lo scopo di mettere a punto dei protocolli produttivi indirizzati alle produzioni di alta qualità ma allo stesso tempo pienamente sostenibili dall’ambiente. Le conoscenze acquisite verranno poi trasmesse agli agricoltori tramite delle piattaforme dimostrative in campo.

Esistono poi altri due ambiti di ricerca: "Sviluppo delle materie prime e delle tecnologie di processo" e "Sicurezza alimentare". Il primo è orientato verso lo sviluppo di linee di frumento duro con caratteristiche tecnologiche maggiori e basso impatto immunogenico, in modo da ridare valore alla pasta italiana; il secondo studierà invece le microtossine presenti nel grano duro, anche tramite la messa a punto di nuovi e rapidi metodi analitici. "From seed to pasta", insomma, ha tutti i presupposti per poter apportare forti contributi al grano duro nazionale, oggi sempre più in crisi nel mercato.

Agrinotizie


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