Trainata o semovente? Un confronto

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La scelta della vendemmiatrice è sempre un dilemma, nonostante le differenze tra le tipologie stiano diminuendo sempre di più.

Alcune case costruttrici ci stanno ancora rimuginando sopra, mentre altre si sono già adeguate alle richieste del mercato: le vendemmiatrici trainate oggi sono i macchinari che nella viticoltura italiana vanno per la maggiore, anche grazie ai loro continui progessi tecnici. Ovviamente le loro concorrenti, ovvero le vendemmiatrici semoventi, non sono da buttare via, in quanto anch’esse hanno delle caratteristiche esclusive alle quali non tutti gli operatori riescono a rinunciare. Tuttavia esiste una serie di fattori che dota le vendemmiatrici trainate di una marcia in più: vediamo quali.

Innanzitutto, le differenze tra le due tipologie di macchina stanno sempre più diminuendo: tante trainate di oggi non sono altro che delle semoventi il cui corpo vendemmiante viene adattato su carrello. In questo modo la qualità della vendemmia risulta pressoché equivalente; tuttavia le trainate conservano qualche difetto assente nelle semoventi: maggiore calpestamento causato dal transito della trattrice vicino ai ceppi, difficoltà di individuazione della velocità di avanzamento ideale e necessità, per chi lavora, di voltarsi all’indietro, senza poter guardare esclusivamente davanti a sè.

E’ indubbio, inoltre, che le semoventi abbiano il pregio di riuscire a raccogliere anche cento tonnellate di uva al giorno, ma questo bisogno è sempre meno sentito dagli operatori italiani, che preferiscono invece godere di un agevole spostamento tra i terreni, peculiarità che solo le vendemmiatrici trainate possono offrire. I loro piccoli difetti, infatti, sono nulla in confronto alla lunga serie di pregi, a partire dal minore costo d’acquisto dovuto ad un costo di ammortamento pari alla metà di quello di una semovente. A minor costo equivale comunque una maggiore velocità di avanzamento, non più inferiore a quella delle semoventi, com’era invece nel passato, quando le trainate erano appena apparse sul mercato.

Notevoli pregi di natura tecnica sono poi l’eccellente raggio di sterzata e la strumentazione di comando, che permette di controllare il lavoro della vendemmiatrice direttamente dalla cabina del trattore, conservando una visuale ampia e comoda. Non sono da dimenticare, infine, le benne di carico del prodotto a bordo: nelle trainate esse hanno una grande capacità, permettendo all’operatore di scaricare il prodotto solo in capezzagna, senza più adoperare i sistemi di carico a nastro trasportatore utilizzati nel passato, e fonte di scomodità.

Anche su strada le trainate conoscono il fatto loro: essendo di dimensioni ridotte e non eccedenti, esse non necessitano della richiesta di permessi e di scorta che invece sono obbligatorie per le macchine semoventi, e possono muoversi ad una velocità di 40 km/h. Una volta che si vorrà vendere la macchina, poi, non bisogna preoccuparsi troppo: anche se il valore di una trainata cala più velocemente rispetto ad una semovente (dopo cinque vendemmie il valore scende del 75% rispetto al prezzo d’acquisto), non si avranno problemi nella vendita, dato che, proprio per il minor costo, queste macchine sono molto più richieste rispetto alle semoventi.

Agrinotizie


One comment

  • Gianluca

    Settembre 27, 2020 at 10:36 am

    Non sono solo questi i pregi, in terreni molto scomodi lateralmente e in salita le trainate non hanno rivali, se trainate da cingolati potenti e da operatori bravi possono lavorare in pendenze veramente fuori dal normale.

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