Campagna pomodoro

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Dopo i picchi raggiunti nel 2009, la raccolta rientra nella norma in tutto il mondo

Arrivano le prime stime sulla raccolta dei pomodori: il World processing tomato council (l’organizzazione mondiale dei trasformatori di pomodoro) prevede una riduzione del 10% in tutto il mondo rispetto al 2009. C’è da dire, però, che la raccolta dell’anno scorso era stata particolarmente soddisfacente, di ben il 15% in più rispetto al 2008. Le cifre di quest’anno, dunque, se rapportate al 2007 e al 2008 appaiono nella norma. Ad esempio l’Italia, che nel 2007 e 2008 aveva prodotto rispettivamente 46 e 49 milioni di quintali, nel 2009 aveva raggiunto il picco di quasi 58 milioni: per il 2010 si prevede dunque di ritornare agli ordinari 48 milioni. Lo stesso discorso vale per gli altri Stati, in particolare per i maggiori produttori mondiali oltre al nostro paese, ovvero Stati Uniti, Cina e Spagna. I primi, per esempio, torneranno agli ordinari 111 milioni di quintali dopo i 120 milioni del 2009.

I paesi europei, però, sono ben più agitati rispetto ai colleghi degli altri continenti: la Commissione europea, infatti, ha presentato lo scorso giugno una proposta di modifica del regolamento sulle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli, che prevede, nel calcolo del fatturato effettuato per ottenere finanziamenti, una modifica per i prodotti oggetto di autotrasformazione. Gli interessati sono, fra gli altri, i derivati del pomodoro, i succhi di frutta e i prodotti ortofrutticoli confezionati, i quali verrebbero considerati come materia prima, e non più contando i costi per la loro trasformazione. In questo modo l’Unione Europea erogherebbe almeno 25 milioni di euro in meno, dei quali 20 sono solitamente destinati agli operatori italiani.

Agrinotizie


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